00 24/06/2007 14:18


Ai giornalisti che gli domandavano come da questo luogo piccolo senza mezzi si sia potuto influenzare la societa', la chiesa e la politica Veltroni ha risposto "e' cosi' che si fa, servono le idee per farlo, serve la passione, serve il disinteresse, la voglia di stare con gli altri e di essere per gli altri". Infine, Veltroni ha ricordato due frasi che ha detto "mi ronzano in testa da anni. Una e' quella che riguarda in qualche modo la politica, con il riconoscimento che il tuo problema e' il mio problema".
(AGI, Barbiana, 23 giugno 2007)
www.agi.it/firenze/notizie/200706231353-pol-r012220-art.html




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"I soli romani che se la godono sono i costruttori edili. Con Veltroni hanno avuto carta bianca. Messi a tacere quelli di Rifondazione e i verdi di Paolo Cento con le prebende ai no-global, Walter ha dato il via libera a nuove strade, quartieri e grattacieli. Anche questo è il veltronismo: un colpo al cerchio dei centri sociali, uno alla botte del grande capitale capitolino e gli opposti convivono sereni all’ombra benedicente del sindaco buono.
L’effetto, sono le sviolinate al primo cittadino di giornali e tv romani di proprietà dei palazzinari. Non solo lo osanna “Il Messaggero” di Caltagirone che è di centrosinistra, ma anche “Il Tempo” di Bonifaci che è di centrodestra. Al coro si uniscono, per affinità politica, le pagine romane del “Corsera” e della “Repubblica”. Questo, dunque, è il sistema Veltroni, a Roma, ed è con questa corte di adoratori che Walter si candida alla guida del Pd, sua suprema aspirazione per un rientro sulla scena nazionale".
(Giancarlo Perna, Il Giornale, 28 maggio 2007)
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=181059




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Tratto dal sito web eddyburg.it:
“34 Comitati di quartiere contro il PRG di Veltroni”
Data di pubblicazione: 17.03.2006

Simone Paoletti

Caro Eddyburg,
a Roma si sta approvando il nuovo Piano Regolatore che prevede 70 milioni di nuovi metri cubi di cemento. I giornali sono un plebiscito mediatico a favore di Veltroni, che ha il consenso dei poteri forti e anche della destra. Delle proteste dei cittadini, che vogliono una città più umana e impedire che essa si saldi alla provincia con un'unica colata di cemento, pochissimi ne danno notizia.
Ti chiediamo di aiutarci e se puoi, pubblicare questo appello che abbiamo inviato a Veltroni e soci.
Con stima,

Qui sotto la lettera aperta e le firme dei Comitati di quartiere:

eddyburg.it/article/articleview/6194/0/39/




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Tratto dal sito web eddyburg.it:
Roma. Definitivamente approvato il PRG della rendita immobiliare
Data di pubblicazione: 27.03.2006
Autore: Berdini, Paolo
Nell'apoteosi dei media, anche la sinistra radicale celebra il nuovo PRG della Capitale. Una corrispondenza per Eddyburg, del 26 marzo 2006

Critiche a pagamento

Lunedì 20 marzo sulla cronaca del Corriere della Sera un’intera pagina era occupata da una denuncia del “comitato degli acquirenti dell’Acqua acetosa” che denunciava l’arrivo sulle aree destinate a verde privato da convenzione urbanistica prospicienti le loro abitazioni di 75.000 mila metri cubi decisi da un accordo di programma in variante al piano regolatore. Quello stesso piano che da lì a poche ore sarebbe stato approvato definitivamente dal Consiglio comunale[1]. Per difendere i propri diritti nella Roma del terzo millennio si deve pagare una pagina di quotidiano. Nessun partito politico si fa più carico dello stato della città...
[1]
E’ l’ultimo scandalo in ordine di tempo dell’urbanistica romana. Riguarda il proprietario del quotidiano Il Tempo, beneficiato da un enorme valorizzazione immobiliare fuori di ogni regola e legge. Di questo ennesimo caso, immediatamente censurato da tutti i quotidiani daremo conto in un prossimo intervento su Eddyburg.


...Le critiche, anche quelle più moderate alla conduzione dell’urbanistica romana non hanno trovato facile udienza in questi anni. Ma i toni elogiativi hanno superato ogni livello di decenza nel commento al voto di controdeduzione del 22 marzo. Argomenti acriticamente elogiativi sono apparsi su tutti i quotidiani[2]...
[2]
E’ sempre opportuno ricordare che i due quotidiano locali più diffusi a Roma, Il Messaggero e Il Tempo sono di proprietà di due imprenditori del mondo edilizio (Caltagirone e Bonifaci).

eddyburg.it/article/articleview/6261/0/39/




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Tratto dal sito web eddyburg.it:

Regalo alla Roma: variante PRG da 100 milioni
Data di pubblicazione: 10.02.2007
Autore: Berdini, Paolo
Con la complicità degli amministratori infedeli anche a Roma il calcio diventa strumento della speculazione immobiliare e della devastazione del territorio. Corrispondenza per eddyburg:

Che Milano sia stata la culla dell’urbanistica contrattata è fuori discussione. Altrettanto vero è che abbia inventato il meccanismo dell’accordo di programma per variare a piacimento gli strumenti urbanistici. Quello stesso clima culturale ha poi prodotto la legge Lupi. Milano aveva dunque tutti i titoli per rivendicare il ruolo di capitale dell’urbanistica liberista.
Ma siamo entrati, così ci viene detto, nella fase della “competizione” tra le città e nel giro di pochi anni il testimone è passato saldamente a Roma. La dimostrazione si trova nella vicenda dell’approvazione di una proposta della Roma calcio che è stata giustificata senza pudore con l’obiettivo di ripianare il deficit della società medesima...

eddyburg.it/article/articleview/8326/0/127/




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Tratto dal sito web eddyburg.it:
Com'era bella la mia città
Data di pubblicazione: 13.06.2007
Autore: Berdini, Paolo
Le nostre città: da bene comune a risorsa finanziaria. La lucida analisi delle conseguenze di due lustri di svuotamento e depotenziamento di regole, ruoli e competenze. Un altro intervento al convegno romano in ricordo di Antonio Cederna (m.p.g.)

... Il cambiamento epocale riguarda l’affermazione della cultura economicista nel governo delle città. Gli interventi urbani non vengono misurati in relazione degli effetti che provocano, ma esclusivamente riguardati sotto il profilo dell’aumento del reddito. Non era mai accaduto nella storia delle città. Gli interventi erano certo valutati anche sotto il profilo economico, ma senza mai dimenticare il contesto, le relazioni urbane e le più generali esigenze di benessere sociale. Le città appartenevano al “bene comune”. Oggi questo orizzonte non esiste più e per rendersene conto basta fare pochi passi da qui ed arrivare a piazza Esedra. In uno dei rari concorsi per architettura che si sono svolti nella città (oggi vige la prassi dell’affidamento diretto alla star più in voga del mondo dell’architettura) Gaetano Koch vinse nel 1888 con il progetto che prevedeva due edifici simmetrici che riprendono il sedime delle terme di Diocleziano e che vennero coronati con due balaustre di travertino a chiusura delle terrazze praticabili.
Uno dei più importanti gruppi italiani del turismo internazionale, Boscolo, e non la classica figura dell’abusivo tanto diffusa a Roma, non ha trovato di meglio che chiudere la terrazza con una struttura in metallo e rivestimento plastico per ricavarne una piscina e dei locali. Un edificio storico è stato manomesso per ricavarne ricchezza. Aumentano gli utili del gruppo, il Pil nazionale aumenta ma la città, la ricchezza collettiva, perde di valore.
A nulla sono valse proteste e richieste di intervento dell’autorità comunale. La risposta era sempre la stessa: era un edificio degradato (cosa vera) e se si trova un imprenditore che se ne fa carico non bisogna guardare tanto per il sottile. C’era bisogno insomma di un “aiutino”, di poter aumentare la rendita immobiliare anche a scapito dell’integrità della memoria storica della città...

eddyburg.it/article/articleview/9131/0/37/




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IL MANIFESTO
13 giugno 2007
Le pratiche di governo che dànno speranza al Pd analizzate dagli urbanisti
Le tante ombre del «modello Roma»
Tommaso De Berlanga

Può una «grande mutazione urbana» profondamente contraddittoria diventare un «modello» per la politica nazionale? Certo che può. Basta vivere in un paese senza idee forti, sballottato dalla mondializzazione e alla ricerca di un orientamento purchessia che dia speranze di sopravvivenza: basta stare nel centrosinistra, presi dal panico, e sperare che le formule dell'«isola felice» siano esportabili fuori dalla capitale.
E' il «modello Roma», che sfonda sulle pagine dei principali quotidiani nazionali - come viatico per l'assunzione di Walter Veltroni a segretario del Partito Democratico - proprio mentre viene vivisezionato in un libro collettivo di alcuni tra i più noti studiosi dell'Urbe (Modello Roma. L'ambigua modernità, a cura di Enzo Scandurra, edizioni Odradek). Presentato lunedì sera in Senato da Mario Tronti, Salvatore Bonadonna, Maria Luisa Boccia e don Roberto Sardelli (il prete che, insieme ai ragazzi della sua scuola, ha definito il «buonismo» una «patologia della bontà» che occulta le miserie dietro le quinte dello spettacolo continuo).
Dell'amministrazione «buonista» non si negano i lati positivi, ma si parte dalla constatazione di un apparente paradosso: quanto più questo «rinascimento» ha successo, tante più esclusioni e lacerazioni produce (silenziate dalla «cooptazione partecipativa» dei dissenzienti locali). Urbanisti, economisti, sociologi, storici si misurano perciò sui processi materiali in atto da anni, senza nascondere la propria cultura di sinistra e le proprie (deluse) aspettative. Consapevoli di star trattando un oggetto complesso, esaltato dai «modernizzatori» ma per nulla contestato dai «conservatori». Un mistero che trova qualche spiegazione solo nel fatto che interessi enormi - come quelli della speculazione edilizia e finanziaria - trovano qui un «accompagnamento» efficace, mai un contrasto.
Il Pil a Roma cresce più che nelle regioni del Nord. Eppure gli insediamenti produttivi sono in diminuzione. Le chiavi di volta sono due: la prima, appariscente, è la trasformazione di Roma in meta turistica primaria, che accentra flussi in virtù del suo immenso patrimonio artistico e degli «eventi» (auditorium, festival del cinema, notte bianca, estate romana); la seconda, silenziosa per natura, è il trionfo della speculazione immobiliare e della grande distribuzione. Un «secondo sacco di Roma» che dissolve la città in fasce concentriche, con un centro storico musealizzato ad uso e consumo del turismo archeologico-culturale e periferie che se ne allontanano in proporzione inversa al reddito. La «modernità» liberista impone la «cancellazione delle regole che presiedono i rapporti sociali» e l'indebolimento selettivo del «ruolo regolativo del potere pubblico»: qui è stata assecondata in pieno.
Sul piano urbanistico la prima sperimentazione fu fatta nella «Milano da bere». E nella scorsa legislatura stava per diventare legge il «disegno Lupi», che affidava il futuro metropolitano ad amministrazioni e proprietà fondiaria: consociate. Ma quel modello agisce comunque con gli «accordi di programma» che, in deroga ai piani regolatori, rendono pressoché automatici i cambi di destinazione dei terreni (da agricolo a edificabile; un modo semplice di trasformare l'acqua in champagne). Scompare così - senza neppure doverlo dire - ogni traccia di programmazione urbanistica, lasciando campo libero a chi ha le risorse per realizzare i «progetti». Un esempio? La «città della Roma», dove è stato concesso alla società di calcio - in difficoltà per 100 milioni di euro - di edificare sui fin lì poco redditizi terreni vicini al campo di allenamento.




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LA NUOVA METROPOLI/1
Roma, ecco i re del mattone
Chi sono e dove costruiscono la nuova Capitale. E le gru si alzano sui pratoni della periferia. Da Nord a Sud da Est a Ovest. Decine di milioni di metri cubi di nuova edilizia sui terreni di espansione strategica
di Paolo Boccacci e Simona Casalini
(26 gennaio 2007)

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LA NUOVA METROPOLI/2
Ville, uffici e campi da golf
il mattone punta sull'hinterland
Da Fregene a Pomezia, caccia alla lottizzazione 'verde'
di Paolo Boccacci e Simona Casalini
(30 gennaio 2007)

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LA NUOVA METROPOLI/3
Grandi appalti, ecco i re delle gare
Dalle nuove metropolitane allo Stadio del Nuoto, tutti i protagonisti. La Nuova Stazione Flaminio, un'opera da 48 milioni a Ccc e all'impresa Donati. Il Museo di arte del XXI secolo Maxxi 'conquistato' da Cerasi e Navarra
di Paolo Boccacci e Simona Casalini
(03 febbraio 2007)

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LA NUOVA METROPOLI /4
Restyling Roma, corsa al business
Dagli ex Mercati al Velodromo, ecco la città che cambia pelle. All'ex Mattatoio di Testaccio la Città delle Arti e all'ex Poligrafico di piazza Verdi albergo, uffici e case di lusso
di Paolo Boccacci e Simona Casalini
(24 febbraio 2007)

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LA NUOVA METROPOLI/5
Piano, Fuksas, Rogers & Co
la Roma degli architetti star
Per la nuova stazione Tiburtina una galleria trasparente si librerà sui binari. La Romanina di Salgado, Acilia di Gregotti e la Bufalotta di Gino Valle
di Paolo Boccacci e Simona Casalini
(10 marzo 2007)

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LA NUOVA METROPOLI/ 6 / FORUM
Archistar e re del mattone, sfida sull'urbanistica
Forum a Repubblica con i protagonisti della nuova stagione. E' polemica sul futuro della città. Fuksas: "Non bastano i master plan firmati, gli ex palazzinari pensino alla qualità degli edifici". Morassut: "Roma è ormai un centro della bella architettura. E faremo altri concorsi
di Paolo Boccacci e Simona Casalini
(11 aprile 2007)

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INES TABUSSO