00 17/05/2007 11:17



GUBBIO E LE CELEBRAZIONI PER LA FESTA DI SANT'UBALDO: NUOVE EMOZIONI PER IL VESCOVO DIOCESANO?



www.trgmedia.it/n.aspx?id=10693
Gubbio: il calendario delle celebrazioni in onore di Sant'Ubaldo
M.E. Tinti

stralci:
La città di Gubbio è pronta a rendere ancora una volta l’omaggio al vescovo, patrono e protettore sant’Ubaldo. Quasi otto secoli e mezzo di devozione che racchiudono gran parte della storia e della fede del popolo eugubino. Il vescovo diocesano, monsignor Mario Ceccobelli, si prepara a vivere la Festa dei Ceri e le celebrazioni patronali per la terza volta. “Nella mia prima festa, quella del 2005 – spiega Ceccobelli – fui travolto e sconvolto dall’emozione, tanto che ho fatto fatica a rendermi conto di cosa mi stava accadendo. L’edizione dello scorso anno, invece, mi ha trovato più preparato e mi ha consentito di cogliere gli aspetti positivi che vorrei leggere e interpretare anche come una vera devozione verso il Santo Patrono”. Monsignor Ceccobelli parla anche delle ipotesi di una consuetudine che, prima di essere legata alla festa di sant’Ubaldo, fosse già presente in una qualche manifestazione in onore delle divinità pagane. “Ma è certo – aggiunge – che dalla morte del patrono, nel 1160, e negli anni successivi, ha assunto un carattere profondamente cristiano.
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Nel calendario delle iniziative liturgiche previste per il 2007, spicca la presenza del segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Giuseppe Betori, chiamato a presiedere la solenne messa pontificale del 16 maggio in Cattedrale.
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Nella giornata del 15 maggio – alle ore 16,45 – è previsto l’inizio della processione con la statua del patrono che, seguendo a ritroso il percorso dei Ceri, salirà fino alla “calata” dei Neri per la benedizione dei tre santi e dei ceraioli. Sarà un programma denso di iniziative anche quello del 16 maggio, nella ricorrenza liturgica di sant’Ubaldo. Alle ore 11 del mattino, dalla chiesa dei Neri partirà la processione che riporterà la statua di sant’Ubaldo in Cattedrale. Alle 11,15 inizierà la solenne messa pontificale presieduta da monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana.









VIVERE LA FESTA: SE VUOI ESSERE VERAMENTE PROTAGONISTA



www.paesaggi.umbria2000.it/Default.aspx?IdCont=54053&IdN...
Gubbio
Festa dei Ceri
15 Maggio
Notizie Pratiche per la Festa dei Ceri


La nostra città è lieta di accoglierti per partecipare alla Festa dei Ceri, patrimonio di tutti, che merita di essere vissuta da protagonisti e non da semplici spettatori. La nostra Festa trasmette i valori più profondi e universali, e per questo Ti invitiamo a coglierne il senso profondo, al di là delle semplici esteriorità.
Sii attento a viverla serenamente con gli altri e in particolare con gli eugubini, che oggi insieme alle porte alle vie della Città Ti aprono anche i loro cuori.
Leggi gli insegnamenti del cero e falli Tuoi, se vuoi essere veramente protagonista.
Ricordati che la Festa è anche "Corsa dei Ceri", e richiede un pò di attenzione per evitare di intralciare il percorso o di essere travolto.
Non lamentarti per una spinta o per la calca, anzi intervieni se vicino a Te c'è qualcuno in difficoltà. Sarà modo migliore per dimostrare che sai vivere la festa.
Le Eugubine e gli Eugubini.









MONSIGNOR BETORI PROTAGONISTA



notizie.tiscali.it/feed/news/2007/05/16/apcom/apcomz20070516_000...
DICO/MONS. BETORI:NUOVI NEMICI SCARDINANO FAMIGLIA E MATRIMONIO
No a legalizzazione crimine aborto e sperimentazione embrioni
16-05-2007 11:59


Roma, 16 mag. (Apcom) - Nella società odierna si tenta di "scardinare la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna". E' questo l'avvertimento che arriva da monsignor Giuseppe Betori, segretario della Conferenza episcopale italiana, lanciato durante la solenne celebrazione a Gubbio per la festa del patrono Sant'Ubaldo, vescovo difensore del ruolo civile del cristianesimo, morto nel 1160.

"Oggi nuovi nemici tentano di espugnare le nostre città, di sovvertire il loro sereno ordinamento, di creare turbamento alla loro vita - ha tuonato Betori, numero due dei vescovi italiani - e questi nuovi nemici si chiamano nichilismo e relativismo, che in modo più o meno esplicito nutrono le tendenze egemoni della nostra cultura: fanno dell'embrione l'essere umano più indifeso, un materiale disponibile per le sperimentazioni mediche - ammonisce ancora il vescovo - danno copertura legale al crimine dell'aborto, e si apprestano a farlo per le pratiche eutanasiche, infrangendo la sacralità dell'inizio e della fine della vita umana. Introducono il concetto apparentemente innocuo di qualità della vita che innesca l'emarginazione e la condanna dei più deboli e svantaggiati - chiosa Betori - coltivano sentimenti di arroganza e di violenza, che fomentano le guerre e il terrorismo, delimitano gli spazi del riconoscimento dell'altro chiudendo all'accoglienza di chi è diverso per etnia, cultura e religione; negano - prosegue il segretario della Cei - la possibilità di crescita per tutti mantenendo situazioni e strutture di ingiustizia sociale; oscurano la verità della dualità sessuale in nome di una improponibile libertà di autodeterminazione di se; scardinano la natura stessa della famiglia fondata su matrimonio di un uomo e di una donna".

E' grande festa oggi a Gubbio. Il 15 maggio, infatti, vigilia dell'anniversario della morte del Vescovo Sant'Ubaldo, si svolge la festa dei Ceri, la festa più antica d'Italia.









MONSIGNORE SI DIA UNA CALMATA


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LA STAMPA
17/5/2007
Monsignore si dia una calmata
CHIARA SARACENO

La gerarchia cattolica, come ogni autorità religiosa, ha sicuramente il diritto e persino il dovere di esprimersi sui temi che toccano la morale e il senso della vita. Ciò che dice va ascoltato con rispetto e con attenzione, anche quando non lo si condivide. Ma ci sono occasioni in cui è davvero difficile mantenere un atteggiamento di rispetto e ascolto. Le dichiarazioni di ieri di monsignor Betori, segretario della Conferenza episcopale italiana, a Gubbio sono una di queste - ormai sempre più frequenti - occasioni. Di fatto ha individuato come i peggiori nemici della umanità - «fomentatori di guerre e terrorismo», negatori «del riconoscimento dell’altro» a vantaggio del mantenimento di «situazioni e strutture di ingiustizia sociale» - le donne che abortiscono, le persone che riflettono sul testamento biologico e sul diritto a porre fine ad una vita che ha perso tutte le caratteristiche di vita umana, le coppie eterosessuali che convivono senza sposarsi e gli omosessuali in quanto attenterebbero alla dualità sessuale. Sono loro responsabili dei mali del mondo, non i dittatori politici ed economici, non coloro che fomentano guerre etniche e religiose, non gli sfruttatori di donne e bambini, non i mercanti di uomini e neppure coloro che in nome della morale sessuale si oppongono all’utilizzo di semplici precauzioni per evitare il diffondersi dell’Aids che da solo in alcune parti del mondo fa ancora più stragi delle guerre civili.

È difficile provare rispetto ed avere attenzione per chi confonde terroristi e violenti veri e persone che, assumendosene tutta la responsabilità e talvolta la sofferenza, compiono scelte eticamente motivate, ancorché in modo difforme dalla morale cattolica. Per chi, tra l’altro, non distingue neppure, dal punto di vista della gravità rispetto al suo stesso concetto di morale, tra aborto e convivenza senza matrimonio, tra eutanasia e approvazione dei Dico e ritiene (contro le stesse più recenti acquisizioni della Chiesa) che l’omosessualità sia uno stile di vita, e non una condizione umana in cui ci si trova a nascere e vivere. Perciò teme, un po’ grottescamente, che se si riconoscessero le coppie omosessuali nessuno più farebbe coppie (e matrimoni) eterosessuali. È una visione senza sfumature e senza distinzioni, oltre che senza rispetto. Per questo è intimamente violenta oltre che intellettualmente rozza.

Non credo che così si difenda veramente il cristianesimo. Certamente non è così che si può aspirare a ottenere rispetto e attenzione per le proprie posizioni. Si incoraggia soltanto l’escalation dell’insulto reciproco, dell’abuso del linguaggio, dell’incapacità a distinguere e ad ascoltare, della caccia al diverso. Non è né pedagogia civile né, tantomeno, pedagogia religiosa. È una chiamata alle armi. È questo che la gerarchia cattolica vuole per il suo popolo e per il nostro Paese? Chi sta davvero, per riprendere le parole di Betori, coltivando «sentimenti di arroganza e di violenza»? Un po’ di autocontrollo, per favore.





INES TABUSSO