00 23/09/2006 20:14

24ore
Napoli, 13:39
TV: ANNO ZERO, IERVOLINO CONTRO SANTORO "SONO SDEGNATA"

"Sono sdegnata". Cosi' il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino commenta, a margine dell'inaugurazione del Commissariato di polizia nel cuore di Forcella, il rione a lungo sotto controllo del clan Giuliano, la puntata che la trasmissione di Michele Santoro "Anno zero" ha dedicato ieri alle problematiche del capoluogo partenopeo. "La tragica realta' - ha aggiunto il sindaco - e' che se qualcuno parla dei mali della citta' e c'e' qualcuno, invece, che cerca di risolverli". "E' indegno che una persona che e' stata parlamentare europeo a Napoli, che non si e' mai piu' fatta vedere a Napoli, che non ha fatto niente per la citta', che ha percepito lo stipendio come parlamentare europeo di Napoli dia un'immagne del genere, che impedisca alla nostra Silvana Fucito (vittima del racket e coordinatrice di un Comitato per la lotta all'estorsione - ndr) di parlare, non inviti nessuno dell'Amministrazione e non si vergogni di quello che fa". Per il sindaco il fatto che nei giorni scorsi siano stati arrestati gli assassini dell'edicolante e i feritori di un turista canadese e' un segnale "che lo Stato c'e', capisce, puo' e deve vincere". L'inaugurazione del Commissariato, a qualche decina di metri dal posto dove fu uccisa Annalisa Durante, significa - dice la Iervolino - dare coraggio alla gente che vive in questo quartiere. Sulla trasmissione di Santoro interviene anche Silvana Fucito, la quale sottolinea che "se continuiamo a far vedere questa Napoli e far parlare persone che si tirano fuori non riusciamo ad emergere. La trasmissione ha sbagliato. Hanno bisogno di audience, ma Napoli non e' cosi', ci sono centinaia di persone come me che stanno cercando di emergere". Il sindaco di Napoli coglie poi l'occasione della presentazione della celebrazione a Napoli del "World habitat day" il prossimo 2 ottobre per continuare a esprimere il suo parere negativo sulla puntata di "Anno Zero" dedicata alla citta'. "Noi siamo una citta' oberata da problemi concreti - dice rivolgendosi a Paul Taylor, direttore di Un-Habitat, l'agenzia dell'Onu per gli insediamenti umani - e abbiamo in piu' rispetto ad altre un nemico invisibile: l'immagine di Napoli veicolata dai media amici". L'attacco a Santoro e' totale, definendo "inconcepibile" che abbia fatto "non una denuncia dei mali di Napoli, ma offerto un viso nella citta' solo in negativo". "Io ringrazio Maroni - conclude - e gli telefonero' per farlo di persona. E' toccato a lui, un insospettabile della Lega, reagire e dire che Napoli non e' solo quello che la trasmissione mostrava".



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Roma, 22 set. (Adnkronos) - ''Il Sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, dice che abbiamo fatto una trasmissione indegna sulla sua citta' e che non ha visto 'Annozero' perche' stava lavorando per risolvere i problemi di Napoli. Amen''. Cosi' Michele Santoro, sulla home page del sito del suo nuovo programma (www.annozero.rai.it), replica al Sindaco di Napoli che aveva protestato duramente in mattinata per il contenuto della puntata andata in onda ieri su Raidue.



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IL MATTINO
23 settembre 2006
Emergenza criminalità: è scontro sul dibattito tv In tre milioni e mezzo hanno visto «Annozero»


Ha scatenato dure polemiche la puntata di «Annozero» - il nuovo programma di Michele Santoro - dedicata a Napoli e al degrado criminale. Il sindaco Iervolino: «L’immagine veicolata dalla trasmissione è indegna. Anche l’ex ministro Maroni ha reagito dicendo che Napoli non è solo questo. Lo chiamerò per ringraziarlo». La replica di Santoro: «Non ha visto la trasmissione». E ieri inaugurazione di un nuovo commissariato ai Decumani




L’INTERVISTA /1
Travaglio: «Reazione esagerata la stessa di Cuffaro in Sicilia»

Travaglio, sa che la Iervolino è sdegnata? «Questa reazione mi ricorda un po’ quella di Cuffaro quando Santoro qualche anno fa fece un reportage analogo sulla mafia». Cioè? «Ormai tutti usano le stesse parole. Non tentano neppure di rispondere. È l’ulteriore conferma che la politica è morta. Tra l’altro: dice di non avere visto la trasmissione. Allora di che parla?». La sua rappresentazione del governo in Campania era spietata. «Ma cosa avrei dovuto fare? Parlare della Cdl sarebbe stato ridicolo: hanno armi spuntate. Almeno la Iervolino non ruba. Invece, è vero che i guai più seri a Bassolino sono arrivati da Mastella e De Mita. Senza dimenticare che l’Unione governa la Regione, i capoluoghi e le Province. E che Bassolino è la figura determinante di questi ultimi tredici anni. Se la realtà è questa con chi bisogna prendersela?». Nessun chiaroscuro, è tutto nero: dov’è la via d’uscita? «Non sono così presuntuoso da poterla indicare, d’altro canto il reportage che era il cuore della trasmissione parlava chiaro: la politica come arte di affrontare e risolvere i problemi ha fallito, a Napoli come a Caserta e a Salerno. Se invece è l’arte della spartizione allora è certo vivissima». Per Rotondi la sua analisi è un attacco mediatico contro Bassolino. «Francamente al posto del governatore mi preoccuperei della solidarietà di Rotondi: uno che ha riportato in parlamento gente come De Michelis e Pomicino». cor.cas.




L’INTERVISTA /2
Mastella: «Accuse di familismo? Parole che non m’interessano»

Quel passaggio sul familismo che secondo il giudizio di Marco Travaglio caratterizza il centrosinistra in Campania non gli è piaciuto affatto. Tanto più che tira in ballo il ministro in persona, con la moglie che è alla guida del Consiglio regionale. All’inizio Mastella prova a nasconderlo, facendo finta di niente, poi si lascia andare e affonda il colpo. Ministro, che ne pensa della trasmissione di Santoro? «Non ne so nulla, non l’ho vista». Le avranno sicuramente riferito. «No, mi dica». La puntata di ”Annozero” era interamente dedicata a ”Napoli violenta” e l’analisi politica di Travaglio era poco tenera nei confronti del centrosinistra. «Cosa diceva?». C’era un riferimento anche per lei, nell’ambito di un quadro nel quale non mancherebbero legami familistici. «E sarebbero?». Lei è ministro della Repubblica e ha una moglie alla guida del Consiglio regionale. Come lo stesso governatore e il ministro Alfonso Pecoraro Scanio che hanno moglie e fratello in Parlamento. «Guardi: non ho alcun rispetto né morale, né intellettuale per Travaglio. Aggiungerò: non leggo quello che scrive, non vedo che dice in televisione e di quello che fa francamente non mi importa assolutamente nulla». Secondo lei la politica è morta in Campania? «È una lettura che non mi interessa». cor.cas.




Tra vedove e spacciatori sotto accusa la politica
«Il centrosinistra governa da 15 anni ma si continua ad assistere al funerale delle istituzioni»

Quasi tre ore di trasmissione, tanto è durata «Annozero» condotta da Michele Santoro che tanto sta facendo discutere in città e che non è piaciuta al sindaco Iervolino. Il primo quarto d’ora del programma è stato dedicato a un viaggio nella periferia nord fra gli spacciatori di droga affiliati al clan Di Lauro e fra i tossicodipendenti. Poi la realtà delle mogli orfane dei mariti in carcere, le loro case di Scampia di cartongesso, i bambini a letto e non a scuola, le lacrime di chi ha problemi di sopravvivenza. «Mio marito non è un affiliato perché altrimenti non sarei in queste condizioni la camorra mi avrebbe passato i soldi. Mio marito ha rubato per farci mangiare» ha dichiarato una di loro. Forte, molto forte l’intervista a Maria Riccio, la moglie del pizzaiolo Giuseppe assassinato a freddo perché aveva difeso il suo datore di lavoro dai taglieggiatori. È lei l’ospite con il quale Santoro apre la trasmissione. Prima il giornalista aveva precisato: «So bene che a Napoli ci sono le eccellenze e tanta gente onesta che combatte per cambiare le cose, basta ricordare il carabiniere in borghese che ha sventato una rapina. Ma a Napoli in questo momento c’è qualcosa di incredibile». Poi la parola alla giovane vedova: «Sono arrabbiata con mio marito, parlo con lui di notte, nei sogni e gli dico sempre che doveva farsi i fatti suoi. Ha lasciato un figlio di 17 mesi e me che a 29 anni ormai ho una vita finita. Cosa faccio senza di lui? Tutto per cosa? A Napoli non cambierà mai nulla sono i camorristi a comandare. Per avere giustizia farei bene a rivolgermi a loro». Santoro a quel punto introduce Silvana Fucito l’eroina antiracket nazionale: «Siamo noi responsabili di quello che succede a Napoli, facciamo finta di non vedere, ci chiudiamo dentro, l’omertà sta uccidendo Napoli». Un ping pong appassionante fra le due donne, la sensazione è che alla fine ciascuna è rimasta della sua opinione. Nello studio aleggia il fantasma dell’edicolante di via Castellino assassinato da un gruppo di balordi, Salvatore Buglione. Fra gli accusati c’è Pippotto notissimo e giovane pregiudicato. In studio c’è il fratello che reclama la sua innocenza: «Pippotto ha sbagliato facendo rapine, ma non ha mai ammazzato né ammazzerebbe nessuno». Ma se si scopre che è stato lui cosa gli dici? chiede Santoro? «Che non si ammazza, per nessuna cifra al mondo». La telecamera torna in strada, anzi su di un bus di linea a Scampia: spacciatori e tossicodipendenti mercanteggiano alla luce del sole su quel mezzo del Comune. Il ritorno in studio è aperto da Marco Travaglio notista di varie testate giornalistiche. La sua analisi è politica, un atto d’accusa al centrosinistra: «Senza l’indulto a Napoli avremmo due morti in meno» dice. E ancora: «Se la stabilità è un valore politico allora Napoli dovrebbe essere fortunatissima. Il centrosinistra governa da 15 anni in tutti gli enti locali, ma a Napoli c’è il funerale della politica». Gli si chiede a chi allude: «A Bassolino, parlo di lui perché è lì dal 93 e con le nuove regole potrebbe avere un terzo mandato. L’opposizione più dura l’hanno fatta De Mita e Mastella». Poi sul familismo: «C’è la signora Lonardo moglie di Mastella presidente del Consiglio regionale. Il cognato del ministro Pasquale Giuditta è deputato; il senatore Carloni moglie di Bassolino e il senatore Marco Pecoraro Scanio fratello di Alfonso. Il professor Pasquino ha definito tutto ciò ricongiungimenti familiari in Parlamento». lu.ro.




Il sindaco attacca Santoro e ringrazia Maroni
Iervolino: trasmissione indegna, Napoli è stata denigrata. La replica: abbiamo raccontato solo verità
«Telefonerò all’ex ministro leghista: è stato l’unico a difendere la nostra immagine»


LUIGI ROANO «Napoli perduta», la copertina dell’Espresso di due settimane fa, aveva aperto le polemiche su cosa è Napoli: città del rinascimento o della decadenza? La Iervolino aveva risposto all’interrogativo bocciando l’analisi del settimanale. «Annozero» di Michele Santoro, giovedì sera, ha messo sale grosso su quella ferita non ancora chiusa. La trasmissione che ha fatto il 15,4 per cento di share con 3,5 milioni di telespettatori, ha raccontato la Napoli di questi giorni con la recrudescenza di scippi e rapine; e quella delle periferie degradate regno della camorra e dello spaccio di droga. Secondo il sindaco l’inchiesta di Santoro «è stata parziale perché non ha evidenziato le eccellenze della città». Il giornalista chiarisce: «La mia è stata una scelta voluta, una trasmissione parziale per mostrare questo volto di Napoli». «Annozero» ha scatenato reazioni nel centrosinistra ma anche nel centrodestra dove i giovani di Forza Italia prendono le distanze da Alfredo Vito. La cui vicenda politico-giudiziaria (fu condannato nell’inchiesta su Tangentopoli) è stata ripercorsa da Marco Travaglio, fra gli ospiti della trasmissione insieme all’ex ministro dell’Interno il leghista Roberto Maroni. «L’immagine veicolata dalla trasmissione - spiega il sindaco - è indegna. Anche l’ex ministro leghista Maroni ha reagito dicendo che Napoli non è soltanto questo. Lo chiamerò per ringraziarlo». La Iervolino tira il fiato e riprende a parlare: «Sono stata con gli assessori a lavorare fino alle 23, perché questa è la tragica realtà di questa città. C’è qualcuno che parla dei mali della città e c’è qualcuno che cerca di sanare i mali della città». E ancora: «Non ho visto la trasmissione, devo dire che sono sinceramente sdegnata che un ex parlamentare europeo, eletto a Napoli, che dopo le elezioni non si è più fatto vedere e che non ha fatto nulla per la nostra città, non sappia far altro che denigrarla e per esempio bloccare la nostra Silvana Fucito, presidente dell’associazione per la legalità, che stava cercando, in trasmissione, di far emergere anche gli aspetti positivi». Santoro non ci sta: «Non sono abituato a far polemica sulla trasmissione perché è un programma che ha un grosso impatto sull’opinione pubblica. Però se qualcuno vuole polemizzare con me lo faccia sul piano giornalistico e io mi prendo pure gli insulti. Ma se invece ci si riferisce a quando ero parlamentare doveva parlare allora e non adesso anche perché è difficile spiegare cosa possa fare un parlamentare europeo sull’emergenza criminale e quella sociale». Il giornalista spiega ancora: «Il punto della questione è un altro, mi devono dire se quello che abbiamo raccontato è vero oppure no. Il sindaco è indignato? Amen». Il giornalista con toni pacati ma decisi chiarisce altri aspetti della polemica: «A Napoli c’è un bubbone, la violenza che rischia di offuscare la sua immagine ma anche la maggiore risorsa che ha, i giovani. Sento queste persone come appartenenti alla mia vita non mi pongo nei loro confronti come fossero carne da macello. Napoli non è una questione del Comune ma del Paese e deve essere affrontata in primo luogo dal governo». Nella Cdl i giovani di Forza Italia manifestano sconcerto per la vicenda di Alfredo Vito, big del partito in città e parlamentare. Vito all’epoca di Tangentopoli fu coinvolto nell’inchiesta e patteggiò la pena restituendo 5 miliardi di lire. Con la promessa che non avrebbe più tentato la strada della politica: «Ammettiamo che non conoscevamo la storia di Alfredo Vito e siamo stupiti di averla appresa così in diretta televisiva ad ”Annozero”». Lo dicono in una nota i giovani di Forza Italia intervenuti al dibattito durante la festa azzurra che si tiene ad Agnano. «Molti di noi hanno meno di trent’anni - spiega Antonio Culiers, consigliere di municipalità del Vomero dell’associazione AltraNapoli - e nel 1992 a sedici anni non ci occupavamo di politica. Certo fa effetto vedere chi ha gestito le liste elettorali a Napoli, proponendosi come deus ex machina del partito essere dipinto così in diretta televisiva. Ho ricevuto centinaia di telefonate di giovani che mi chiedevano se il Vito di cui parlavano in televisione era lo stesso che ha gestito la campagna elettorale per le comunali».



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IL RIFORMISTA
EDITORIALE
sabato 23 settembre 2006
IL CASO NAPOLI
Un dialogo tra sordi

Se non vi è chiaro, Napoli è una questione nazionale. Così abbiamo titolato mercoledì scorso in prima pagina l’editoriale di Antonio Ghirelli. Un grido di dolore più che un’invettiva. Anzi, un atto d’amore per una città il cui degrado e la cui invivibilità si leggono negli occhi di chi è costretto a farci i conti quotidianamente. Atto d’amore che però - e francamente non se ne capisce il motivo - viene respinto con cieca riluttanza da chi coraggiosamente da anni si è assunto la responsabilità politica di guidare Napoli. Ogni qual volta un organo di informazione, che sia l’Espresso, che sia il Riformista, si azzardi a raccontare cosa significa vivere a Napoli, giunge puntuale la replica di Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino. «Napoli non è solo violenza, non è solo camorra, non è solo degrado, è anche questo ma non solo, la gran parte dei napoletani è gente onesta». E vi risparmiamo il resto della tiritera. L’ultimo esempio di questa commedia delle parti ce l’ha offerto Anno zero, la trasmissione che Michele Santoro ha dedicato a Napoli. Una puntata sicuramente oleografica, stucchevole quanto si vuole, ma di certo non fantasiosa. Che però alla sindaca non è piaciuta.
Chissà che cosa piacerebbe leggere su Napoli alla Iervolino. Non di certo che giovedì a Chiaia una pm è stata aggredita da tre malviventi e costretta a cedere il Rolex; oppure che l’altra notte al Vomero alcuni buontemponi hanno citofonato ai residenti intimando loro di togliere subito dalle finestre i lenzuoli anticamorra appesi per protestare contro l’omicidio di un edicolante. Quegli assassini sono stati arrestati, ne diamo atto alle forze dell’ordine. Ma il clima in città non sembra cambiato. E difficilmente cambierà se chi l’amministra continua a preferire la miope arroganza del potere che non ascolta e nasconde la polvere sotto il tappeto.





INES TABUSSO