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W l'Unione disunita!

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  • )Mefisto(
    00 26/04/2006 15:41

    I Ds presentano il conto a Bertinotti: vogliono anche il ministero della Giustizia
    Roma - Che la partita per la presidenza della Camera lasciasse degli strascichi nell’Unione era ampiamente prevedibile. L’arroganza con cui Fausto Bertinotti ha condotto (e vinto) la partita di Montecitorio ha indispettito Massimo D’Alema, che ha dichiarato terminata l’era della tolleranza. Costretto a un’autoestromissione assai polemica, il presidente della Quercia ha imputato alla fiacca condotta di Piero Fassino le ragioni della sconfitta dando fuoco alle polveri per una vendetta a doppio-binario: la prima contro Romano Prodi, la seconda contro Rifondazione Comunista. Entrambe le partite, nei giorni di febbrili colloqui e consultazioni che sempre precedono il conferimento del mandato al presidente del consiglio, non potevano che giocarsi con il mazzo di carte dei ministeri.
    I Ds hanno alzato il prezzo e il Professore ha dovuto cedere rimettendo in discussione anche quegli incarichi che parevano già attribuiti. Per riparare all’offesa fatta a D’Alema, il leader dell’Unione ha messo sul piatto un pacchetto di tutto rispetto: ticket Viminale-Farnesina più una serie di ministeri minori. I Ds, però, hanno preteso che l’offerta riparatoria comprendesse anche il ministero della Giustizia, promesso guardacaso al giurista rosso Giuliano Pisapia. La Quercia, insomma, ha voluto presentare il conto a Bertinotti e la candidatura di Anna Finocchiaro guadagna quota di giorno in giorno. Dopo tutta la fatica fatta per convincere gli elettori moderati che gli estremismi di Rifondazione erano più di facciata che di sostanza, i dirigenti diessini hanno quindi deciso di non coprire più le magagne dell’Unione. La rivendicazione sulla poltrona che fu di Roberto Castelli, infatti, è motivata, oltre che dalla comprensibile sete di vendetta, anche dalle inconciliabili differenze di impostazione tra i due partiti sul tema giustizia.
    Che il conflitto stia esplodendo e che la Quercia non sia più disposta a insabbiare la questione è circostanza testimoniata da una serie innumerevole di scontri che dal livello territoriale risalgono invaribilmente tutta la catena di comando fino alle segreterie nazionali. A Bologna, ad esempio, Verdi e Rifondazione hanno votato una mozione contro il Pm Paolo Giovagnoli, reo di aver applicato l’aggravante dell’eversione a una decina di no global che si erano autoridotti il prezzo del biglietto del cinema e della mensa universitaria. Non senza un certo imbarazzo, Ds e Margherita hanno votato contro e per tutta risposta si sono sentiti apostrofare nelmodo più consueto e fastidioso: “stalinisti”. Stufi di subire in silenzio, i due partiti riformisti hanno invece ricordato all’estrema sinistra che quello di criticare i magistrati era un vezzo e un vizio di Silvio Berlusconi. Touché. Sempre i no global sono al centro di altre scintille tenute, per il momento, a bassa tensione. Pochi giorni fa, sette parlamentari di Rifondazione Comunista e uno dei Verdi hanno firmato un appello comune per chiedere la scarcerazione degli autonomi detenuti per le violenze dell’11 marzo scorso a Milano. Nel loro documento, inoltre, gli otto parlamentari stigmatizzano in modo piuttosto pesante il comportamento dei magistrati e dei giudici milanesi che avevano richiesto e adottato i provvedimenti di custodia.
    Quello della protezione politica offerta al variegato sottobosco dei movimenti antagonisti è, in effetti, il nocciolo della polemica tra i riformisti e i radicali dell’Unione. Ds e Margherita non hanno mai digerito le candidatura del disobbediente napoletano Francesco Caruso e del portavoce del Leonkavallo Daniele Farina e, adesso che Bertinotti sembra orientato ad abbandonare la segreteria del partito per dedicarsi esclusivamente all’ambito incarico di Palazzo Madama, si rifiutano di intrattenere con loro qualsiasi dialogo. Significativo a riguardo è lo sfogo attribuito da Repubblica a Piero Fassino: «In Parlamento - avrebbe detto il segretario diessino - ce li ha portati Bertinotti. A tenerli a bada ora ci pensi lui!». Le preoccupazioni di Fassino derivano dal fatto che Caruso e Farina non hanno mai nascosto di volersi battere per i loro compagni in carcere, che si sono subito messi all’opera e che solo il partito che gli ha concesso ospitalità potrebbe avere qualche autorità su di loro. Ma se Bertinotti dovesse passare la mano, Franco Giordano non sembra avere il carisma necessario per tenerli sotto controllo.
    Un altro episodio illuminante sulle diverse concezioni di giustizia e garantismo di cui sono portatrici le due anime della sinistra è offerto dalla vicenda di Turi Lombardo. L’ex assessore socialista ora confluito nella Rosa nel Pugno non è stato candidato alle prossime regionali siciliane a causa del veto posto da Rifondazione in relazione al coinvolgimento dello stesso Lombardo in un giro di presunte tangenti nei primi anni ’90. Il fatto singolare è che Lombardo fu assolto da ogni accusa. Ma a Rifondazione non bastava neppure la sentenza della magistratura.


    [Data pubblicazione: 26/04/2006]


    www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=58286,1,1


    )Mefisto(


    Io insisto a dire che SOLO gli italiani hanno perso a queste elezioni.
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    LupoNero666
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    00 26/04/2006 17:04
    Ah, beh, se lo dice la Padania...
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    Dalle ombre, sono affascinato dalla morte...


    Fiero Narratore
  • )Mefisto(
    00 26/04/2006 17:16
    Re:


    Scritto da: LupoNero666 26/04/2006 17.04
    Ah, beh, se lo dice la Padania...






    Lo stesso articolo è anche sul Corriere della Sera!

    Meditate gente Meditate


    )Mefisto(
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    LupoNero666
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    00 26/04/2006 20:56
    Destra e Sinistra non sono diverse tanto quanto si creda... chi lo pensi, é proprio ingenuo.

    Sono solo convinto che riconfermare sempre lo stesso partito indebolisca il Paese e lascia ad "accomodarsi" partiti che di conseguenza comincerebbero a farsi gli affari loro mandando l'Italia allo sfascio.

    Lz "guerra" Destra vs. Sinistra non mi tange, dal momento che il partitismo non é il mio obiettivo... bisogna fare gli interessi del Paese, non quelli dei partiti.
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    Fiero Narratore