Ho molto da dire a riguardo...
Il secondo scorcio di frase nasconde un'innegabile verità.
Riversare parole quando dentro si è in tumulto è una forma di difesa, è una terapia. Va benissimo così.
Al contrario quando dentro si è in armonia sembrerebbe un po' insensato "attaccare", "diffondere, ammorbare" la gente col proprio virus di felicità. Non credo si tratti di un diverso livello di riservatezza tra gioia e dolore, piuttosto di riscontro e difficoltà di espressione dei due stati d'animo.
Il dolore trova interesse e solidarietà, ignorarlo può generate sensi di colpa.
Alla gioia non necessariamente si presta attenzione o la si vuole condividere, ignorarla non mette in crisi nessuno.
Quindi dar risalto agli stati d'animo di felicità è un processo, x chi scrive, molto più tortuoso, nel quale andrebbero sviluppati gli aspetti che rendono come sempre inusuale ogni bella sensazione, che generino l'ammorbante effetto della novità che contagia tutti.
Divagando ancora un po'... vedo tanti di quei "punk abbestia", adolescenti che girano per la città, o bevono nei pub con "i fiori del male di Baudelaire" sotto braccio come se fosse la bibbia per il buon cristiano. Per carità, capolavoro di fronte cui va tolto il cappello ma... "Lui è un grande, ha capito tutto della vita" E' più ovvio ed aberrante commento che si ha l'occasione di carpire dai loro spaccati desolati e desolanti di vita, purtroppo.
Questo è moooooolto radicato nella contemporaneità, si tende verso l'autocommiserazione e si è ben disposti a sentirsi solidali alle disgrazie altrui. Se da una parte questo è indice che la società ancora non è in grado di smembrarsi del tutto, questo ne sottolinea l'aspetto disfattista. I benestanti che piangono presunte miserie, malanni, sfortune, acciacchi sono una sintesi indigesta.
Io sto scrivendo un romanzo. Se qualasisi persona lo leggesse penserebbe che io mi stia contraddicendo con tutte le mie forze.
Ebbene io per il finale di questo mio grande sforzo, dove ho implicato me stesso, dove ho profuso i miei ricordi, esperienze, emozioni, voglio trovare un finale davvero sfavillante, voglio far sapere a tutti quanto sia affezionato alla vita, quanto questa sia fascinosa anche nelle sue vaghezze ed eroneità.
Lo affermo io che nell'anno appena trascorso ho avuto di che dissentire, lamentarmi, sbattere in pugni, piangere, strepitare. Tuttavia ancora vivo e sorrido.
Se solo riuscissi a "convertire" un solo lettore questa per me sarebbe una soddisfazione enorme... il mio romanzo sarà così, il grande percorso di redenzione che si compie passando per gli inferi per giungeri alla gioia dei cori celesti, in un'esplosione di chitarre elettriche suonate da angeli biondi e boccoluti... fantastico e delirante!
In questi giorni sento il flusso dell'arte che mi permea le idee, spero riesca con le parole ad essere all'altezza degli intenti che sono nobili!
Ed un giorno tutti i punk abbestia si fregeranno del mio libro, rendendomi sfacciatamente ricco...ahahahahaah
Chiudendo la mia paternale... continuate a tradurre che sembra essere piuttosto interessante il pensiero del nostro Brandon...
[Modificato da azIthinkIam 13/02/2006 17.49]