TUTTO SOTTO CONTROLLO

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INES TABUSSO
00sabato 5 agosto 2006 19:26



"Davanti agli inquirenti europei è presente una rete di cellule islamiste che non possono ritenersi - e di fatto non sono - strutturate rigidamente in un'unica organizzazione gerarchica con unica denominazione. Al contrario, i gruppi conservano la loro identità etnico-nazionale, così distinguendosi, ma restando in contatto, collaborando e specializzandosi: per esempio in Italia nella fabbricazione di documenti falsi, in Germania nel traffico di armi".
"Se anche nelle sentenze di condanna in questione viene esplicitamente riconosciuto che le condotte dei condannati rientravano nel programma criminale di associazione terroristiche di matrice islamica, tali condotte sono state sanzionate con pene meno gravi di quelle previste a partire dall'entrata in vigore dell'art. 270 bis cp."
(Dalla relazione sul terrorismo islamico tenuta ad un incontro di studi del CSM da Armando Spataro, procuratore aggiunto e capo del pool antiterrorismo di Milano)
www.osservatoriosullalegalita.org/04/inchiesta/007spatarote...




"Tutti gli immigrati condannati sono sotto il nostro controllo. Riserviamo a queste persone un'attenzione specialissima. Ieri ho firmato i primi decreti, oggi ne firmerò altri. Si tratta di immigrati sospettati di connessioni con attività terroristiche e condannati per reati minori come il falso documentale. L'esempio più illustre è Al Capone, condannato per evasione fiscale, che con l'indulto sarebbe uscito. L'indulto coinvolge 5.200 immigrati che sono stati tutti prelevati dalle carceri e portati in questura per i controlli".
(on. Giuliano Amato, ministro degli Interni, La Repubblica, 4 agosto 2006)



"Siccome [i terroristi delle nuove Brigate Rosse, ndr] non hanno una rete di alleanze, la mia deduzione e' che hanno bisogno di darsi forza attraverso attivita' illecite"
LE RAPINE, AD ESEMPIO.
"Appunto. E' da tempo che si mette particolare attenzione ai possibili contatti tra gli appartenenti a nuclei eversivi e aggregazioni criminali. D'altra parte che gruppi terroristici compiano azioni spregiudicate, anche tenendo rapporti con la malavita comune, non e' una novita'".
(on. Massimo Brutti, DS, La Stampa, intervista, titolo: "LE RAPINE? LA LOTTA ARMATA SI FINANZIA ANCHE COSI'", 14 dicembre 2000)




"Dallo sconto di pena dell'indulto sono esclusi i reati più gravi... delitti che colpiscono l'ordine democratico come il terrorismo e la mafia".
(Massimo Brutti, Ds, la Repubblica, 24 luglio 2006).




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LA REPUBBLICA
4 agosto 2006
POLITICA
Il ministro dell'Interno: "Sono meno di dieci, l'attenzione è alta"
Romano Prodi: "Non si è trattato di un perdono generalizzato"
Indulto, Amato: "Espulsi immigrati sospettati di terrorismo"
Fassino a 'Libertà e Giustizia': "Provvedimento non più rinviabile"


ROMA - "Stiamo provvedendo ad espellere un gruppo di meno di dieci immigrati sospettati di avere legami con il terrorismo in base ai poteri che ci sono dati dall'ultima legge antiterrorismo". Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, interviene sul tema dell'indulto a dibattito politico in corso nella maggioranza.

In queste ore si cominciano ad avvertire alcuni degli effetti "collaterali" del provvedimento di clemenza con detenuti rimessi in libertà che, appena usciti dal carcere, commettono nuovi reati. Le cronache consegnano molti casi come quello di un romeno liberato dal carcere di Potenza finito in manette a Venezia per un furto ai danni di una turista. O come il sessantunenne di Piacenza arrestato poche ore dopo essere uscito dal carcere per aver aggredito alcuni viaggiatori nella stazione di Fano.

E' naturale che il provvedimento induca qualche domanda. Il premier Romano Prodi ha negato si sia trattato di un "perdono generalizzato". Prodi ha ammesso che l'indulto è stato tra "i punti più difficili e controversi" di quelli affrontati in questi primi mesi di governo. Ma anche sottolineato come il provvedimento sia stato approvato con una "maggioranza molto ampia, al di sopra dei due terzi richiesti ed è stato votato anche dalla Cdl, di cui ricordo l'apporto positivo".

Giuliano Amato, dal canto suo, in conferenza stampa a palazzo Chigi, ha spiegato che tutti gli immigrati "condannati sono sotto il nostro controllo. Riserviamo a queste persone un'attenzione specialissima. Ieri ho firmato i primi decreti, oggi ne firmerò altri".

Si tratta, osserva Amato, di "immigrati sospettati di connessioni con attività terroristiche e condannati per reati minori come il falso documentale. L'esempio più illustre è Al Capone, condannato per evasione fiscale, che con l'indulto sarebbe uscito". L'indulto coinvolge 5.200 immigrati che sono stati tutti prelevati dalle carceri e portati in questura per i controlli, ha detto il ministro.

Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha spiegato le ragioni che hanno portato la maggioranza a votare l'indulto in una lettera inviata al movimento "Libertà e Giustizia". Il provvedimento di clemenza, scrive Fassino, "non era più rinviabile, tenuto conto che l'ultimo indulto risale a sedici anni fa". Nella lettera il leader diessino scrive che "in cinque anni, il centrodestra non ha fatto nulla per le carceri, al contrario, ha varato leggi che hanno già prodotto una inutile e dannosa moltiplicazione della popolazione carceraria, pensiamo alla ex-Cirielli, alla legge sulle tossicodipendenze e alla Bossi-Fini".

Poi Fassino entra nel merito della cifre spiegando che "dall'entrata in vigore della Bossi-Fini, i detenuti stranieri sono diventati il 45% del totale: una cifra mai raggiunta prima". A Libertà e Giustizia che chiedeva se "era proprio impossibile per fare l'indulto trovare un alleato che non facesse un ricatto così osceno come quello di Forza Italia", il segretario Ds risponde che "la Costituzione richiede, per una legge di questa natura, il voto favorevole dei due terzi dei componenti di ogni ramo del Parlamento".



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