Squadra perde 18 a 1: arbitro segna gol spinto da compassione

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vanni-merlin
00giovedì 4 maggio 2006 00:20
Squadra perde 18 a 1: arbitro segna gol spinto da compassione



“Dopo aver segnato il gol, ho fischiato per convalidarlo e ho esultato”. Parola di arbitro. Perché nel regno di Sua Maestà, in un campionato amatoriale, è successo quello che, nel calcio, suona come un assoluto tabù: la “giacchetta nera”, l’uomo chiamato a dirigere la partita e a sanzionare le irregolarità, il personaggio super partes per eccellenza, che – volontariamente – segna. Infila la palla in una delle due porte. Spiazza il portiere. E poi, come qualsiasi giocatore “normale”, alza le braccia al cielo, per esprimere la sua gioia. Motivo di questa palese violazione delle consuetudini: la compassione. Una delle due squadre in campo perdeva per 18 a 1, e lui ha avuto pietà di quel team condannato a una sconfitta così sonante, così umiliante. D’impulso, ha sfogato l’irresistibile desiderio di far qualcosa, di ridurre quell’astronomica differenza di reti. Ed è stato gol. Ma le conseguenze, come prevedibile, sono state pesanti: l’arbitro in questione – Brian Savill, 47 anni, impiegato postale, diciotto anni di carriera come direttore di gara – è stato sospeso per sette settimane. Ma non ha accettato la decisione della Federazione, e si è dimesso. E facciamo allora un passo indietro, andiamo in Inghilterra, torniamo al 22 settembre 2001, al match tra Wimpole 2000 e Earls Colne Reserves: incontro valido per la Great Bromley Cup, torneo che si svolge nella contea di Essex. Il risultato, a dieci minuti dalla fine, è di 18 a 1 per questi ultimi. Così scatta il moto di compassione dell’arbitro, che, ricevuto per caso tra i piedi un pallone invitante, a un passo dalla porta, lo devia prontamente in rete. Gesto caritatevole che gli procurerà molti guai, ma che certo non cambia i rapporti di forza in campo: il risultato finale è di 20 a 2. Implacabile, invece, la decisione della Federazione arbitrale dell’Essex, che ha deciso una forte punizione: “Il regolamento parla chiaro – ha sottolineato il responsabile, Phil Sammons – non è previsto che l’arbitro entri volontariamente nel tabellino dei marcatori”. Nulla di esplicito è invece previsto per distinguere le conseguenze del contatto casuale con la palla da quello volontario. Nel dubbio Savill è stato riconosciuto colpevole di aver “gettato discredito” sulla partita con il suo gesto e quindi sospeso. “Sono del tutto privi di senso dell’umorismo”, ha replicato l’arbitro goleador.




da: www.maciste.it/pagine/dettaglio.php?idfile=47936


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