E fu così che, a forza di sbandierare il ritorno dei “big” a Sanremo (Ranieri, Cinquetti, Patty Pravo ecc.) è stata una ex Nuova Proposta 94 a vincere il Festival.
In realtà Giorgia ha tutte le carte in regola per la vittoria: canzone di facile presa ma non banale (Ramazzotti tra gli autori), voce e personalità da vendere, si presenta pure con un abitino a pois neri che la fa sembrare il cucciolo n. 102 ed ispira tanta tenerezza.
A conferma che il pubblico si dimentica presto degli Artisti che mancano da qualche tempo ed ha la tendenza a premiare voci e volti nuovi, ecco che tutte e quatto le “Nuove proposte” riescono a piazzarsi entro i primi nove posti, a dispetto dei più blasonati colleghi che hanno forse il difetto di presentare canzoni davvero poco valide; “Voglio una donna” di Drupi è una tra le più brutte canzoni che io ricordi (autori Toto Cutugno, Dario Farina e tale Sanarico):
“voglio una donna……
che cucini proprio come mia madre e sappia stirare…..
una donna… che ti fa trovare pronta la tua tazza di caffè….
Che non rompa tutto il giorno….
Sexy come Madonna e fedele proprio come le suore….
Che mi ami come un Dio e che mi tratti come un Re...
che mi azzecchi il regalo ogni volta che viene Natale….”
Per la cronaca è stato l’ultimo festival di Drupi (no comment…).
Senza capo né coda la canzone di Patty Pravo “I giorni dell’armonia”.
Nel dopofestival Baudo si inventerà che il disco ha venduto tantissimo e farà intervenire la Strambelli, ma si dimentica di dire che il singolo Patty non l’ha mai fatto….
Bruttina pure “Angeli & Angeli” della Bertè: Loredana ci aveva abituati male l’anno precedente con la splendida “Amici non ne ho” e qui toppa profondamente.
Di altro taglio “La vestaglia” del sempre bravo Ranieri, forse l’Ariston non è il posto adatto per indossarla.
Fiorello è talmente acclamato da pubblico e fidanzata (la Falchi presentò questo Festival insieme alla Kohl) che riesce a non vincere con questa canzone alla 883, e lo stesso 883 (rimasto “single”) si deve accontentare dell’ottavo posto. Sanremo non è il Festivalbar.
Simpatico il Trio Melody, composto dall’inossidabile Peppino Di Capri, il sempre valido Gigi Proietti e da Stefano Palatesi, ma la loro “Ma che ne sai (se non hai fatto il piano bar) non decolla.
Brava Lighea, una voce notevole e una carica di simpatia che però si esauriranno presto. Curiosità: è prodotta ed accompagnata da una vecchia conoscenza, Michele Pecora (“Era lei”, ve la ricordate?).
Vera e propria bomba esplode Spagna, con “Gente come noi”, che si guadagna il terzo posto, mentre, a proposito di vecchietti, Gianni Morandi, accompagnato da Barbara Cola guadagna la piazza d’onore con “In amore”; dite quello che volete, a me questa canzone non è mai piaciuta.
Davvero divertente la parodia fatta da Massimo Lopez in “Papaveri e parere”.
La mia classifica, mai come quest’anno, premia le voci più che le canzoni:
1) Giorgia
2) Lighea
3) Antonella Arancio
E veniamo ai giovani (nota dolente).
Siamo in piena “onda Pausini” e quindi ecco una serie di tentativi d’imitazione, tra cui Rossella Marcone e Raffaella Cavalli. Di loro (per fortuna) si perderanno presto le tracce.
Senza appello anche le prove di Mara, Fedele Boccassini (solo Fedele l’anno dopo).
Porte spalancate invece per Daniele Silvestri, che copia Bob Dylan esibendo cartelloni durante l’esibizione del suo “Uomo col megafono” e per Gianluca Grignani, nuovo idolo delle ragazzine.
Di lui ricordo una buona prova in “La mia storia tra le dita”, presentata l’anno prima a Sanremo Giovani.
Scontata la vittoria dei Neri per Caso, un altro idolo (ben presto però tramontato) si accontenta del secondo posto: si tratta di Massimo Di Cataldo.
Decorosa la canzone (e soprattutto la voce) di Gigi Finizio (il nome l’ha perso l’anno successivo): “Lo specchio dei pensieri” era una canzone che forse meritava di più.
Tra i gruppi salvo solo i Rock Galileo; la canzone dei Prefisso era addirittura irritante, mentre quella dei Dhamm mi sembrava tanto pre-costituita per la platea sanremese, ma completamente fuori rispetto al look del gruppo.
Mi è dispiaciuto dell’eliminazione di Gloria, ma si sa che quando un giovane rischia portando una canzone fuori dagli schemi, viene irrimediabilmente mandato a casa.
Tra le Nuove Proposte 94 scartate, ho apprezzato molto la voce di Valeria Visconti, soprattutto nella sua personale versione di “Avrai” di Baglioni, presentata a Sanremo Giovani 1993, ma il pezzo “E’ con te” di Carlo Marrale (ex Matia Bazar) è davvero poco.
Carino il tentativo folk di Giò Di Tonno, magari meglio di tante altre canzoni in gara la sera della finale.
Termino dicendo che la famosa sigla “Perché Sanremo è Sanremo”, divenuto poi uno spot per gli anni a venire, è stata presentata in questa edizione. Tra i coristi è riconoscibile Maurizio Lauzi.