Le regole di Singapore

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Trammax
00sabato 21 agosto 2010 12:21
Grave disavventura per un giovane writer svizzero nell'inflessibile repubblica asiatica: Olivier Fricker, 32 anni, consulente informatico, è penetrato in un deposito della metro di Singapore assieme ad un amico britannico, e ha vergato una tag sulla fiancata di un convoglio. Sorpresi dal personale di vigilanza, Fricker è stato arrestato, mentre l'amico è riuscito a fuggire, rifugiandosi ad Hong Kong (e le autorità di Sinagpore ne hanno chiesto l'estradizione(!!)).

Fricker è stato processato per direttissima per vandalismo, un reato per cui sono previste pene detentive fino a tre anni di reclusione e corporali fino a otto bastonate: la condanna in questo caso è stata di cinque mesi di reclusione e tre frustate (applicate sul sedere con una canna di bambù - e sennò che orientali siamo?): un' improvvido appello delle autorità consolari ha determinato una revisione del caso e l'applicazione di ulteriori due mesi di reclusione.
Inoltre è stato imposto il risarcimento del danno, quantificato in circa 7000 Euro.

Il caso ricorda quello occorso nel 1994, sempre a Singapore, quando un diciottenne americano forse un pò bevuto, danneggiò diverse automobili strappandone i tergicristalli: la pena corporale inflitta fu di cinque nerbate, scrupolosamente applicate [SM=g28002] malgrado gli appelli dell'allora presidente Clinton e i guaiti a senso unico di educatori statunitensi e dei cittadini USA indignati (quando fa comodo a loro, of course, con i bambini afghani si fanno meno scrupoli) per la "violazione dei diritti umani".

Forse molti manterranno delle dovute riserve sull'applicazione delle leggi a Singapore (tra l'altro è previso l'ergastolo e in casi gravi anche la pena capitale per i trafficanti di droga) ma in questo caso devo dire di aver goduto come un giovane capretto. [SM=g27987]

Grandi!! [SM=g28002]
ralco
00sabato 21 agosto 2010 13:12
Qualcuno illustri il caso all'Assessore Ranieri e alla nostra cara Sindaco.
Quelli di Singapore sono eccessi secondo me assolutamente ingiustificabili, in un luogo, però, dove già vent'anni fa ho visto lavare le ruote ai camion in uscita dai cantieri e dove si comminano pesanti sanzioni a chi solo lascia cadere un pezzettino di carta sul marciapiede.
Sarebbe bello che i "nostri" comprendessero che "città aperta e dell'accoglienza" non significa consentire a tutti i "creativi artistici", che arrivano da fuori e nostrani, di fare quello che cazzo vogliono nella nostra città.
papupi
00domenica 22 agosto 2010 10:42
pena esemplare.
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