La tirannia della scelta

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Juan Galvez
00domenica 2 ottobre 2011 11:10
Che se no la Koalessa potrebbe perfino sgridarmi :-P


Sembra facile. Scegliere è un'attività fondamentale e fondante del nostro essere individui e dell'esserci nella società. Mai come nel qui e ora, in apparenza, abbiamo goduto di possibilità pressoché illimitata di scelta in ogni campo dell'essere umani. La tesi del libro (ed è fin troppo facile verificarne la fondatezza: basta riflettere - ma soprattutto VOLER riflettere - sulla realtà del nostro tempo) è che il modello consumistico ha saputo piegare e programmare la psicologia della scelta per modellare, negli umani nevrotici che i perfetti produttori/consumatori sono, gli individui necessari al raggiungimento del suo funzionamento ottimale: remissivi; individualisti; narcisisti; desocializzati; omologati. Il risultato complessivo - ma esso è ben precedente all'elaborazione culturale di questo modello umano, era già ben presente nel capitalismo protoconsumista un paio di secoli fa - è una società psicotica; che ha cioè creato una realtà fittizia basata sul credo nella crescita e consumo illimitati a onta della finitezza e deperibilità delle risorse planetarie - due secoli fa l'illusione poteva perfino essere ragionevole data la ricchezza del pianeta e la relativa scarsità della popolazione, ma oggi si tratta di psicosi delirante. Questa grande fuga in avanti fino al cuore della nostra realtà psicotica, cioè fino all'autodistruzione inevitabile della civiltà attuale, è attuata in maniera sempre più forsennata grazie alla continua innovazione e all'aggiornamento progressivo dei mezzi tecnologici a nostra disposizione. Ma che tale progresso possa essere infinito è l'altra illusione psicotica su cui si fonda la nostra società. Il risveglio, come sempre è, sarà parecchio traumatico. In effetti sarà tragico.

V.
koala3
00domenica 2 ottobre 2011 18:11
Ci puoi scommettere [SM=x74931]
Sembra molto interessante, e sarebbe una buona occasione per consigliare a mia volta un testo che propone un futuro alternativo al progresso/sviluppo come si è inteso in questi decenni. Peccato nno ricordi il titolo, lo cercherò
Juan Galvez
00domenica 2 ottobre 2011 18:46
La seconda parte della mia "rece" è una considerazione mia. La Salecl si "limita" a osservare e analizzare come il tardocapitalismo abbia letteralmente asservito la funzione della scelta ai fini della costruzione della società iperconsumistica in cui viviamo.

V.
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