La Lega si spacca: è guerra aperta contro i "lumbard"

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Pertinax
00sabato 9 settembre 2006 14:29

Nella Lega la rivolta dei veneti Bossi rincorre i fans del "tanko"

Bello, restaurato, tirato a lucido, fiammante, dopo nove anni di oblio, l'oggetto di culto del venetismo puro e duro è stato "scartato" dal suo imballaggio durante l'alzabandiera della Milizia Veneta. E torna a risplendere esposto all'adorazione popolare a Cittadella, nel padovano, poi in tutti i comuni che ne hanno fatto accorata richiesta.

Ammirato, accarezzato quasi con venerazione da migliaia di persone, il "Tanko", l'incredibile "velocipide" che scimmiottava un autoblindo e che nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1997 "protesse" col suo finto cannoncino l'assalto dei Serenissimi al campanile di San Marco, sembra persino aver perso ormai quel che di "grottesco lagunare" che fece sorridere mezzo mondo, per assurgere a icona sacra.

Stavolta niente ironie, se la riesumazione del "Tanko", come si narra nelle osterie pedemontane, ha fatto capolino persino a Villa La Certosa nel vertice tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, convocato per distillare le aggressive strategie d'autunno, tra bagni di folla e girotondi di destra, per la gioia del senatore Paolo Guzzanti. Altro che Nanni Moretti, se in piazza spediamo il Senatur e il Cavaliere in un tripudio di "politically incorrect" e di polvere da sparo lessicale. Altro che buonismo, peccato attribuito a Bossi dopo l'abbandono della secessione e l'elogio dell'indulto.

Sarà anche per la riesumazione del "Tanko", se il leader leghista sarà esposto nelle prossime ore come una Madonna Pellegrina, come l'icona di se stesso, a Treviso (dove il comizio è previsto per stasera) e a Venezia, e se l'ex premier, nonostante la raucedine che l'ha sottratto all'incontro di Caorle con Francesco Rutelli, accetterà l'invito di Giancarlo Galan, governatore veneto, che a Villa Rodella, gioiello architettonico del Settecento di Cinto Euganeo, festeggerà con mezzo migliaio di ospiti la sua cinquantesima primavera.

E' lui, è il "Tanko" risorto l'emblema della rivolta venetista che scuote la Lega bossiana, in crisi profonda da "deficit di missione", secondo l'espressione di Ilvo Diamanti, e di leadership. Tra gli adoratori dell'icona militaresca di Cittadella, a Santa Giustina in Colle, Trebesaleghe, Borgoricco, Cadoneghe, San Giorgio delle Pertiche, dove le sezioni leghiste chiudono i battenti in polemica con la "svolta buonista" di Bossi, senti solo alti lai: "Applaude all'indulto, poi i delinquenti ce li troviamo a casa noi", "Sono vent'anni che ci prende in giro (dicono anche "per il culo") con la secessione e la devolution, risultati: zerovirgolazero", "Ora l'abbiamo scoperto, è anche lui un poltronaro, a Roma ladrona si trova benissimo, con tutti i suoi furbetti, con i soldi dei Berlusconi".

Ma quale Lombardo-Veneto. S'infrange qui, nel Veneto profondo, dal padovano al vicentino, dalla pedemontana alla laguna, il mito della Padania e anche del Nordest senza trattino.
Nella Lega bossiana il lombardo è il bianco e il veneto è il negro, i veneti sono i lacché servili - "Comandi, sior, prego" - e i lombardi i signori nobili, anche se un po' buzzurri, che si fanno servire. I lombardi come i serbi e i veneti come gli albanesi. Non era forse Bossi, poi, che andava a baciare la pantofola di Milosevic?
Incazzatissimi, sono incazzatissimi tutti per l'"egemonia lombarda", anzi è dire poco.

Ma divisi, divisi tutti, tutti in guerra tra loro. L'effetto è come un'ameba avvelenata che implode o esplode, una galassia informe e patologica, secondo l'espressione apocalittica di Franco Rocchetta, il fondatore della Liga Veneta, ben precedente alla Lega Nord di Bossi, che giura di aver visto una sera, sconvolto, il leader lanciare una bistecca intera a una deputata veneta dall'altra parte del tavolo, accompagnata dalle parole: "Mangia, puttana!". Rocchetta che lasciò, a suo dire, ancora più sconvolto, quando vide eletta alla terza carica dello Stato "l'ultima amichetta del boss stalinista", seguita poi dalla impareggiabile sindacalista padana.

Giuseppe "Bepi" Covre, imprenditore, ex sindaco di Oderzo, ex deputato, inventore con Giorgio Lago e Mario Carraro del movimento dei sindaci, stroncato secondo lui da un'insana convergenza tra Bossi e Massimo D'Alema, evoca invece Lenin: "Meglio il nuovo Bossi pragmatico di quello che sparava cazzate, miti e riti, secessione e Dio Po, Celti e quant'altro nell'ordine delle idiozie. Sul pragmatismo rilancio, ma dico: per carità, basta col metodo leninista, facciamo i congressi, basta con l'unanimismo, cogliamo l'opportunità per democratizzare uno degli ultimi movimenti leninisti che restano sulla faccia della terra".

E Fabrizio Comencini, che uscì nel '98 portandosi via otto consiglieri regionali leghisti su nove: "Non hanno più collante, il motore è ingrippato, il pianeta Lega in Veneto è imploso in una quantità di schegge, dai padovani romantici, agli affaristi e ai poltronari, dai bossiani agli autonomisti e ai secessionisti, dai Serenissimi agli istituzionali e ai Berluschini alla Panto".

Panto Giorgio, chi era costui? Gli erotomani un po' ingenui di qualche lustro fa, quando la Tivù tutta era ancora bernabeiana, ricordano una sua trasmissione televisiva promozionale con vallette scosciate e deregipettate presentata da Umberto Smaila e intitolata "Colpo Grosso". Ora, oltre a fare televisioni, finestre e mobili da giardino - una settantina di milioni di fatturato - Panto è un capo partito post-leghista, che vanta di aver impedito la vittoria del centrodestra alle ultime elezioni politiche, sottraendo a Berlusconi, a Bossi e alla Casa delle Libertà all'incirca centomila voti, quelli che avrebbero consentito al Cavaliere di tornare a Palazzo Chigi con un vantaggio di 75 mila voti su Prodi.

Herr Panto, anticomunista fin da lattante, filogermanico, perso per la vicina Baviera e pronto a raccogliere tutti i leghisti transfughi, compresi e duri e puri che hanno fatto la secessione nel padovano in nome del "Tanko", si presenta da solo così, meravigliosamente, su Wikipedia, l'enciclopedia Internet: "Ga scuminsià a far schei co i seramenti e el ga impiantà a Treviso la tevision locae Antenna Tre. In sti ani el ga fato su ancora schei coa Panto spa e co TeleAlto Veneto e TeleNordest. El xe sta in te la Lega Nord e in giugno 2004 el ga fato el partio Progetto Nordest, chel xe par l'autonomia e xe fora dai do poli. El xe sta candidà presidente del Veneto alle elezsion del 2005, do chel ga ciapà el 6% dei voti. Ale elezsion polideghe del 2006 el se ga candidà al Senato, ciapando el 3%".

Un tre per cento maledetto, che ha sloggiato Berlusconi da Palazzo Chigi e che il Cavaliere non perdonerà mai a Bossi, costretto ora a pedalare e pedalare, pur malato, secondo i desideri dei consulenti dell'ex premier che ormai - a detta di tutte le scuole leghiste - dettano la linea al povero Senatur malato e indebitato. Infognato, poveretto, non solo nella malattia, ma anche nella vicenda truffaldina di riciclaggio della Credieuronord, nel fallimento del Residence leghista di Punta Salvore, in Croazia, nel disastro delle Sale Bingo, nelle miliardarie fidejussioni berlusconiane, che cominciarono fin dall'acquisto della sede federale di Milano a via Bellerio, 13 miliardi "provvisti", a quel che dicono gli ex e quasi ex leghisti veneti, dal furbetto Gianpiero Fiorani della Banca Popolare di Lodi, che già allora era un famiglio berlusconian-faziano. E chissà in quale altro pasticcio.

Racconta in italiano, con qualche fuga germanica, herr Panto: "Io ci sono andato da Berlusconi e gli ho detto: guardi, Cavaliere, che la nuova Lega sono io, non Bossi. Se lei mi da qualcosa, che ne so?, la restituzione del 2 per cento di Iva al Veneto, io vengo nel vostro giardino con 100 mila voti e con le mie televisioni. Veto di Bossi e di Galan". Il quale, detto il "Colosso di Godi", sbertuccia il falegname che fa gli infissi. E quello gli risponde: "Caro Galan, quel falegname lì, ti ha fatto la peggiore supposta di tek della tua vita, perché sei tu che hai fatto perdere il tuo padrone Berlusconi, il quale come hai visto non poteva fare a meno dei miei voti".

Sarà il Berluschino di San Biagio di Callalto a riunificare le mille anime delle Lega bossiana esplosa in Veneto contro gli arroganti "serbi" lombardi? "Noooo", urlano in coro Rocchetta, Covre, Comencini, ai carrieristi poltronari abbiamo già pagato troppo, abbiamo speso una vita a creare un partito diverso e ora ci ritroviamo con la solita schifezza, che nessuno qui in Veneto ha voglia di replicare. Eravamo come drogati in un vagone piombato - racconta Rocchetta - ma poco a poco capimmo: "Io l'ho fatto quando, in una manifestazione di piazza Bossi disse: possibile che tra voi non ci sia un camionista che una volta per tutte mette sotto Rocchetta? Rabbrividii, anche perché avevo visto la Digos commissariare i nostri congressi".

Sarà herr Panto, che ha gettato il seme dell'antileghismo, denunciando anche lui il tradimento degli ideali veneti a favore di quelli lombardi affaristici e poltronari, ladri e pasdaran, a raccogliere la bandiera venetista ex bossiana? Ma no, replicano i leader dell'ex Liga Veneta, esplosa in una miriade di sigle e di logiche, e gli storici intellettuali del venetismo. Lui è solo un fenomeno di miniberlusconismo, non regge, non ha le qualità. Qui c'è gente che ha fatto tutto il cursus honorum politico, nonostante Bossi. C'è gente pronta a prendere l'eredità di una storia ormai finita.

Vengano, vengano Bossi e Berlusconi a Padova, a Treviso, a Vicenza, alle feste di Galan e ai minuetti di Gobbo e Gentilini, sindaco e prosindaco di Treviso. Forse capiranno finalmente quello che hanno combinato nei due ultimi lustri. Magari ad accoglierli sarà il fiammante "Tanko" scartato col suo cannoncino a Cittadella.

(9 settembre 2006)
Lux-86
00sabato 9 settembre 2006 18:44
dopo millenni il divide et impera funziona ancora.

comunque hanno ragione i veneti. i lombardi hanno sempre torto^^

[Modificato da Lux-86 09/09/2006 21.04]

DarkWalker
00sabato 9 settembre 2006 21:05
mh, qua si sono divisi da soli e nessuno li comanda.
Granduca di Milano
00domenica 10 settembre 2006 08:52
Di fughe dalla Lega ve ne sono state dalla sua fondazione e i gufi del politicamente corretto la davano per estinta ad ogni elezione, cosa che non è avvenuta mai.
Una cosa è certa la politica interna del movimento ha sconcertato non pochi militanti, prima autonomia, poi federalismo, poi secessione e infine devoluzione, roba da mal di testa.
Il problema è non perdere la base, i capoccia transfughi non contano un tubo, il 90% è scomparso dalla scena politica a parte qualche risultato localistico, staremo a vedere.
Comunque INDIPENDENZA SEMPRE!!!!!! [SM=x751546] [SM=x751546] [SM=x751546]
Lux-86
00domenica 10 settembre 2006 11:22
il veneto ha fatto la secessione dalla padania prima ancora che la padania facesse la secessione dall'italia. cosa che mi sembra anche più giusta visto che lombardi e veneti si sono fatti la guerra dai tempi di roma [SM=x751545]

[Modificato da Lux-86 10/09/2006 11.23]

DarkWalker
00domenica 10 settembre 2006 13:33
la cosa più ironica è che hanno inziato a battibeccare divisi da piccole beghe, ipotecando, per me, un progetto ben più vasto...come i comuni a cui si appellano.
Spero che questo non ponga la parola fine ai progetti di decentramento amministrativo e sopratutto fiscale...mah
Lux-86
00domenica 10 settembre 2006 15:13
la lega è un partito nazionalsocialista e la padania non era nient'altro che un modo per imporre l'egemonia lombarda ( [SM=x751578] ) finalmente i veneti l'hanno capita. tra l'altro i veneti sono gli unici ad aver riconosciuta la definizione di "popolo" oltre ai Sardi. solo che in sardegna quetso corrisponde ad un'effettiva margine di autonomia mentre il Veneto è una regione a statuto ordinario. Dovrebbero puntare su questo piuttosto che affidarsi a Bossi.
Poi ovviamente l'autonomia dev'essere concessa solo in cambio dell'esclusione totale dalla vita politica dei leghisti e di seccessionisti vari. Come Formigoni sta, faticosamente, intuendo.

[Modificato da Lux-86 10/09/2006 15.14]

Aggravi85
00domenica 10 settembre 2006 23:48
Non so da dove provenga il testo. Comunque sia, Panto è un soggetto interessante che sta crescendo. Per quel che riguarda la Lega oramai il "metodo Bossi" sta per morire affondato nella stessa sua pragmatica ricerca della bandiera per cui combattere. la lega negli ideali e nella missione politico-messianica è tutta'ltro che granitica....
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