Il ministro Brunetta non vuole "agenti panzoni"!

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(SimonLeBon)
00giovedì 28 maggio 2009 21:50
2009-05-28 19:31
SICUREZZA: BRUNETTA;NO IN STRADA AGENTI BUROCRATI-PANZONI
ROMA - Non volevo offendere nessuno. Dopo aver parlato di poliziotti burocrati-panzoni, il ministro della Pubblica amministrazione chiede scusa e si spiega.

"Nessuna volontà di offendere nessuno, ma solo una constatazione scherzosa per dire che chi per tanti anni ha fatto il burocrate dietro una scrivania, è difficile faccia il poliziotto alla Starsky e Hutch per la strada", ha detto il ministro a margine della presentazione del suo libro "Rivoluzione in corso". "Chiedo scusa ai bravissimi poliziotti con la pancia - ha aggiunto il ministro - nessuna offesa nei loro confronti, ma solo la constatazione che un eccesso di impegno burocratico delle forze dell'ordine ha spesso snaturato la missione principale del sistema sicurezza che è quella di stare per la strada per la sicurezza dei cittadini. Meno burocrazia, tra le forze dell'ordine e più qualificazione dell'ordine pubblico". "Chiedo scusa non dovevo dire 'panzoni', ma dicendo 'panzoni' tutti mi hanno capito, tranne gli ipocriti".

"Come non posso concordare sul fatto che bisogna mandare i poliziotti per le strade a garantire la sicurezza? Meno burocrazia e più polizia on the road a contatto diretto con il cittadino, credo che su questo punto non ci sia nessuno che dissenta", aveva affermato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervistato a Klauscondicio. "Certamente - aveva detto - non è così facile dire dalla scrivania alla strada, non si può mandare in strada il poliziotto 'panzone' che non ha fatto altro che il passacarte, perché lì se li mangiano. Bisogna cambiare il concetto stesso di sicurezza, deve essere fatta da chi la sa fare".

"Perché il passaporto bisogna farlo in Questura? Il burocrate faccia il burocrate, i poliziotti con la pistola ed il manganello vadano in giro per le strade, nelle gazzelle, nelle automobili e in elicottero. Questa deve essere la sicurezza. La sicurezza non deve essere burocrazia e invece, purtroppo, gran parte del nostro capitale umano, impiegato nei sistemi di sicurezza, è utilizzato per produrre carte e quindi burocrazia".

SIULP; MISURA COLMA, QUALCUNO ARRESTI BRUNETTA
La misura "é colma: qualcuno arresti il ministro Brunetta prima che sia troppo tardi". Così il segretario del Siulp Felice Romano risponde alle parole del ministro della Funzione Pubblica sui "poliziotti-panzoni". "Non passa giorno senza che il ministro dica la sua sui mille mali del pubblico impiego - afferma il Siulp - ma a questo punto la misura è davvero colma e, dunque, attendiamo scuse ufficiali dal fantasioso ministro della Funzione Pubblica". Ma allo stesso tempo, prosegue, "attendiamo soprattutto che qualcuno 'arresti' le uscite fuori luogo e fuori gusto di Renato Brunetta: le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno tanti e troppi problemi da affrontare, non possono farsi carico delle stravaganze di uomini che dovrebbero rappresentare lo Stato ai massimi livelli e passano il loro tempo insultando a più non posso chi per 1.300 euro al mese rischia la pelle, e spesso ce la lascia, sulle strade". Quanto allo scioglimento dell'Antimafia, conclude Romano, "l'idea di cancellare la parola 'mafia' dall'uso comune non è purtroppo nuova, ci ha già pensato qualcuno, circa ottant'anni fa, e si chiamava Benito Mussolini. Possiamo perdonare la stravaganza, entro certi limiti, ma non la 'scopiazzatura'. Anche perché Brunetta, tra l'altro, non è manco all'altezza".

ANFP-SIAP, BRUNETTA OFFENDE I POLIZIOTTI
Sono "infondate e gravi" le affermazioni del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che "offendono gli operatori della Polizia di Stato, esprimendosi per editti populistici di cattivo gusto che poco si addicono ad un ministro della Repubblica". Così il Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) e l'Anfp (Associazione nazionali funzionari di polizia) commentano quanto dichiarato da Brunetta in un'intervista a Klauscondicio. "Il ministro - rilevano Siap e Anfp - dimostra, inoltre, di non conoscere l'organizzazione ed i compiti della Polizia di Stato poiché i colleghi che svolgono servizio 'dietro le scrivanie', quelli che lui definisce 'panzoni', altro non fanno che proseguire il lavoro effettuato dalle pattuglie in strada, dagli uffici investigativi e tutte le attività amministrative (obbligatorie per legge) connesse al rilascio dei permessi di soggiorno o ai decreti di espulsione, oltre ad esser in gran parte personale ferito in servizio o parzialmente idoneo a causa di patologie contratte in servizio". "Consigliamo a Brunetta - concludono - prima di avventurarsi nel rilasciare dichiarazioni sugli uomini e le donne della polizia di Stato, di informarsi dai suoi colleghi della Giustizia e dell'Interno, sugli sviluppi delle attività di prevenzione e persecuzione dei reati che la polizia prosegue con le autorità giudiziarie ed amministrative per garantire la sicurezza ai cittadini".

POLIZIOTTI FANNO INDAGINI, NON SONO PASSACARTE
I poliziotti e i carabinieri italiani "non sono né dei 'panzoni' né dei 'passacarte', ma svolgono indagini". Il segretario del Sap Nicola Tanzi risponde così al ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, sottolineando che le scuse di quest'ultimo "fanno piacere". "E' opportuno però - aggiunge - una volta per tutte, dire con forza che la questione dei poliziotti negli uffici è un falso problema: la a maggior parte delle attività cosiddette burocratiché, infatti, è in realtà legata a compiti di polizia, come i controlli per il rilascio del passaporto e del porto d'armi". Non si tratta dunque "di compiti da far svolgere ad un impiegato civile, visto che ci sono verifiche ed indagini da compiere". Secondo il Sap va invece valutata "con molta attenzione" la posizione del ministro Maroni "che ha proposto di razionalizzare le forze dell'ordine. Da sempre il Sap - conclude Tanzi - si pone l'obiettivo di istituire un unico corpo di polizia nazionale, ovviamente coi dovuti e necessari accorgimenti che rispettino la storia e la struttura delle forze dell'ordine esistenti".
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