IL CONSIGLIO DI KLAUS DAVI: PIU' LUCCIOLE, MENO INTERCETTAZIONI

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INES TABUSSO
00lunedì 22 agosto 2005 00:53

LA STAMPA
21 agosto 2005
STRATEGIE ELETTORALI ANCHE LA PROSTITUZIONE PUO' ESSERE UN SERBATOIO DI VOTI


Mai più campagne televisive contro il partito dei clienti
L'«emergenza lucciole» occupava i palinsesti ora l?argomento viene pressoché
ignorato

L'estate delle intercettazioni telefoniche di Fazio, Consorte e compagnia,
l'estate della questione morale che ha lambito il centro sinistra in odore
di ritorno al governo, l'estate dei Ricucci, dei Coppola e dei neo capitalisti,
ha provocato un piccolo terremoto nella comunicazione politica berlusconiana:
un tema caro ai gestori della cosa pubblica in crisi d'astinenza da video,
come la prostituzione, è stata letteralmente cancellato dall'agenda politica.
Ed è la prima volta negli ultimi quattro anni! Strano, perché gli osservatori
che monitorano le presenze dei politici lo annoveravano saldamente nella
top ten degli argomenti più affrontati in tv nei mesi caldi. Così è stato
per almeno i primi 3 anni e mezzo di governo Berlusconi, periodo in cui la
Cdl, animata da pruriginosa volontà di palingenesi sociale, ha dedicato al
tema «Prostituzione» ben 10 ore di chiacchiera catodica (con interi «Porta
a Porta»). Insomma un'infinità di tempo. Per capirci, il sesso a pagamento
ha superato - in termini quantitativi - temi come il caro vita o umiliato
argomenti globali come la crisi israelo-palestinese. Il motivo? Un controverso
progetto di legge firmato dalla liberale Stefania Prestigiacomo, che aveva
il pregio di criminalizzare in un colpo solo le prostitute e multare i clienti
che le abbordavano per strada. Talmente centrato da meritarsi la ridicolizzazione
di Vittorio Feltri su Libero e parallelamente l'ostilità del Vaticano. Chapeau!


SILENZIO ASSORDANTE

Poi, però, il buio. Complice un'estate di vicende scottanti, scalate varie,
stragi aeree e, per stare più sul leggero, di tradimenti subiti da icone
nazionali del sex appeal in formato fiction, l'argomento è finito nelle parti
basse della classifica. Un silenzio assordante, non casuale, per non dire
sospetto e rivelatorio delle nuove strategie berlusconiane. Sul suo tavolo,
infatti, sono finiti i dati del Censis, che a più riprese ha monitorato il
fenomeno: i clienti di lucciole e travestiti, in Italia, sono ben nove milioni.
Socialmente trasversali, ma più presenti al centro nord (Piemonte, Lombardia,
Veneto in testa) e nelle aree metropolitane. L'esercito dei clienti che secondo
certi politici della Cdl sarebbero complici dello sfruttamento di donne (e
uomini) sulle strade, sono sovrapponibili in buona parte con l'elettorato
polista medio, stando almeno ai profili delle statistiche ufficiali. Insomma
Berlusconi, che spesso è solito mettere il naso anche fuori dai soliti circuiti
autoreferenziali (a differenza dell'Unione), deve aver capito che un proibizionismo
d'ispirazione neo-con, ancorché di facciata, e che la retorica «strade pulite»,
mirava al cuore del suo consenso. Intendiamoci, non che nelle regioni rosse
non sia diffuso un certo diritto al piacere. «I comunisti - racconta Carla
Corso, scrittrice, nonché agguerrita rappresentante delle lucciole - comprano
eccome il sesso a pagamento, ma poi hanno i sensi di colpa... dopo però».
E basta andare a Migliarino, vicino a Pisa, per rendersene conto: un intero
quartiere è diventato il paradiso del sesso omo/trans, con oltre 150 professioniste
distribuite nelle vie cittadine, nel cuore della rossa Toscana che attirano
migliaia di padri di famiglia ogni settimana.

ERRORE DI MARKETING

Tant'è. La preoccupazione che il pensiero neo-con declinato con il sesso
a pagamento faccia danni, infatti, ce l'ha ben chiara anche la Lega. Il combattivo
direttore della Padania, Gianluigi Paragone, consapevole del clamoroso errore
di valutazione e di marketing, più volte ha voluto mandare messaggi rassicuranti
ai clienti, facendosi promotore di una politica che tuteli i «consumatori
di sesso» (e le lucciole) con la creazione di zone a luci rosse dedicate
al sesso fast food. Schierandosi insomma contro ogni forma di criminalizzazione
dell'elettore-consumatore di paysex. E a ragione. Da un rapporto dell'Associazione
Europea degli Psicanalisti (Eppa), non a caso, il Cliente si sente accerchiato,
braccato, minacciato.

SESSO & POLITICA

Morale: anche se la Corso, parla di una personalità scissa nei compratori
di sesso e sconsiglia abbinamenti fra sesso e scelta politica, il timore
è che il prezzo di farsi paladini di una nuova moralità pubblica, sull'onda
bushiana, da noi possa risultare parecchio rischiosa, certamente per Berlusconi
e i suoi. In tutto questo, naturalmente, spicca l'assenza della sinistra,
che pure non manca certo di menti pensanti sull'argomento. Eppure, invece
di incartarsi su questioni francamente autistiche, forti di un'audience che
supera di poco i confini comunali di Capalbio, farebbe bene a occuparsi della
questione. Visto - tra l'altro - che il tema sicurezza in senso lato sarà
un cavallo di battaglia del Partito Unico di Destra nella prossima campagna
elettorale. Magari mettendo in campo qualche proposta di buon senso senza
affidarne la gestione alle solite erinni del femminismo, che in video hanno
solo uno scopo: mettere in fuga maschi (ed elettori), colpevolizzandoli.
In fondo, il partito dei Clienti, se dovesse «scendere in politica», sarebbe
di gran lunga il primo partito d'Italia.


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