GRANDE IDEA! SEGRETO DI STATO!

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INES TABUSSO
00venerdì 7 luglio 2006 17:03


16/05/2006 - "IL SECOLO XIX", Pag. 9
SUL SEQUESTRO DELL'IMAM CALA IL SEGRETO DI STATO
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=71485&idd=2128




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CORRIERE DELLA SERA
7 luglio 2006

ROMA - In Transatlantico non si parla d’altro, tutti discutono sull’arresto degli 007 italiani, coinvolti nel rapimento dell’imam Abu Omar. Paolo Naccarato è solo uno dei tanti sottosegretari di Prodi, ma essendo un fedelissimo di Cossiga dispone di una visuale privilegiata, così - appena si tocca l’argomento - spiega perché il Paese si trova ad affrontare «una vera e propria emergenza»: «Il governo sta nella m... Gli americani sono furibondi. Ci sono in ballo i vertici dei servizi segreti. E ora tocca gestire una patata bollente. Che farà Mastella? Da ministro della Giustizia firmerà o no i mandati di cattura internazionali per gli agenti statunitensi? E Prodi, a fronte dell’inchiesta giudiziaria, opporrà o no il segreto di Stato per motivi di sicurezza nazionale?». Ecco spiegato perché al momento il «caso Pollari» non esiste. A iniziare da Prodi, infatti, in molti nel governo vorrebbero sostituire il direttore del Sismi. Ma a parte il fatto che nel centro-sinistra si è aperta una feroce disputa sul nome del sostituto, questo è l’ultimo dei problemi. Sono altre le priorità. Mastella ha già anticipato a Prodi che «io la mia firma a quelle richieste non la metto». E quanto al premier, dovrà prendere anche lui delle decisioni. Di Pietro lascia intuire quale potrebbe essere la strategia: «Anzitutto bisognerà capire dal governo precedente il reale andamento dei fatti. Loro dicono che non sapevano nulla dell’operazione, ma è preferibile diano ulteriori spiegazioni... E quando si sarà chiarito questo aspetto, l’attuale governo dovrà assumere decisioni anche nell’interesse nazionale. Per cui, se del caso, si potrebbe opporre il segreto di Stato».
Di Pietro non manca di difendere l’inchiesta dei magistrati, «è sacrosanta», però è chiaro che da ministro pensa alle priorità, infatti aggiunge che «la lotta al terrorismo va portata avanti» e che «l’intelligence va tutelata». È un modo per anticipare le mosse dell’opposizione, che vede - come spiega il forzista Bruno - «un’offensiva contro Bush e i suoi alleati, di portata internazionale». Nell’Unione si vuole anche evitare che prenda corpo la tesi sostenuta dal segretario repubblicano Nucara: «Il centrosinistra ha sempre detto che la lotta al terrorismo si fa con l’intelligence. Ma se poi si legano le mani ai servizi?». Ecco quali sono le «emergenze». E dietro l’ipotesi del «segreto di Stato» s'intravede l’esigenza del governo di evitare nuovi strappi con Washington. Certo la scelta andrebbe concordata nella coalizione per evitare divaricazioni. Quindi servirà del tempo, e il Consiglio dei ministri di oggi non dovrebbe assumere decisioni. Ma che questa possa essere la strada, lo ha capito ieri un deputato dei Ds dalle parole di Violante. Secondo l’ex presidente della Camera - che sta seguendo la vicenda - «è impensabile che Pollari e il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta fossero all’oscuro dell’operazione della Cia. Dunque, è bene che Micheli e Letta si vedano e verifichino le cose. Poi si potrà concordare una via d’uscita nell’interesse dello Stato».
«Interesse dello Stato» è la parola d’ordine del centrosinistra, e il ragionamento di Violante non solo collima con l’intento di D’Alema di «abbassare le tensioni con gli americani», ma sembra anche smentire l’ipotesi che la maggioranza voglia attaccare il governo Berlusconi, puntando al compromesso. Quale? «C’è chi vorrebbe accelerare il cambio della guardia ai vertici dei servizi», risponde Cento: «D’altronde tutti sanno che c’è una guerra tra il Sismi e la Polizia». Il sottosegretario verde all’Economia, esponente di spicco della sinistra radicale, non fa i nomi di Pollari e di De Gennaro, ma non ce n’è bisogno. Solo a evocare il nome del capo della Polizia dentro Forza Italia scatta l’allarme. «E noi dovremmo cedere? Dovremmo lasciare che l’Unione occupi anche i servizi?», s’infuria l’azzurro Crosetto. Chissà se l’argomento è stato affrontato la scorsa settimana, durante i colloqui riservati che i vertici del governo Prodi hanno avuto con Gianni Letta e con l’ex ministro dell’Interno
Pisanu. Di sicuro già allora si sapeva che la bomba innescata dalla procura di Milano stava per scoppiare. E bisognerà capire come mai - per usare le parole di un autorevole esponente dell’esecutivo - «a palazzo Chigi la questione è stata sottovalutata».
Il punto è che sul cambio della guardia al Sismi è in corso un braccio di ferro tra Ds e Margherita, così nella sinistra radicale non c’è intesa: «Come faccio ad attaccare Pollari? Quello, grazie a Calipari, ha salvato la Sgrena in Iraq», si contorceva ieri il leader del Prc Giordano. E se è vero lo schema del ds Caldarola, nemmeno nella Quercia c’è unanimità: «All’asse tra Violante e De Gennaro è sbagliato accomunare D’Alema. Semmai Veltroni. D’Alema sta con Pollari». «Fidatevi di me, che quelli li conosco tutti», disse tempo fa il ministro degli Esteri ad alcuni compagni: «E tra tutti quelli, Pollari è un sincero democratico». Ecco perché Pollari per ora non si tocca, ieri lo garantiva anche il viceministro ds all’Interno Minniti, scappando da Montecitorio trafelato: «Devo andare a una messa officiata dal cardinal Ruini in memoria dell’ex capo della Polizia Masone. Ah, i migliori muoiono sempre per primi...».
Francesco Verderami



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