Fedeli induisti sul piede di guerra. "Basta bagni, il Gange è una fogna"

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vanni-merlin
00lunedì 15 gennaio 2007 22:48
I capi religiosi indiani vogliono boicottare il rito sacro della festa del Ardh Kumbh Mela
"Immergersi dovrebbe purificare dai peccati, ma è un grave rischio per la salute"

Fedeli induisti sul piede di guerra. "Basta bagni, il Gange è una fogna"

Un centinaio di santoni ha minacciato persino il suicidio di massa
Il capo di un monastero ha fatto anche causa al governo costringendolo ad aprire una diga



NUOVA DELHI - Ripulirsi dai peccati a rischio di prendere un'infezione o deludere il Creatore stando però bene attenti alla propria salute? A questo dilemma, imposto dalle acque ormai putride del Gange, migliaia di fedeli induisti hanno deciso di rispondere con una terza opzione: boicottare la tradizionale cerimonia religiosa della Ardh Kumbh Mela, pretenendo dal governo di Nuova Delhi interventi drastici per risanare la qualità delle acque del fiume sacro. A costo di suicidarsi in massa, hanno rincarato la minaccia un centinaio di sadhu, i santoni indiani.

Ogni sei anni i credenti nel Brahman sono soliti ritrovarsi per sei settimane alla confluenza del Gange con lo Yamuna e il Saraswati per celebrare la festa del Ardh Kumbh Mela, il cui culmine è rappresentato dalla cerimonia del Shahi Snan, il bagno purificatore nelle acque del grande fiume sacro. Una pratica che la credenza induista associa alla purificazione dai peccati, ma che ora rischia di provocare gravi danni alla salute dei milioni di pellegrini in arrivo da tutta l'India.

"L'acqua del fiume è talmente lurida che nessuno è in grado di immergersi", denuncia Shankaracharya Vasudevanand Saraswati, guida spirituale del più importante monastero induista di Allahabad. "Ora ha un colore rosso scuro, mentre una volta era tra il verde e l'azzurro", ha aggiunto. "I pellegrini - gli ha fatto eco Hari Chaitanya Brahmachari, responsabile del monastero di Varanasi - vengono qui per lavare i loro peccati, ma dopo un'immersione rischiano di portare in giro per il Paese qualche malattia della pelle". In realtà rischiano molto di più, visto che spesso per rendere la "pulizia" più profonda in molti l'acqua la bevono anche.

Lo stato pietoso del Gange nasce infatti da una combinazione esplosiva. L'inquinamento è prevalentemente da colibatteri fecali (secondo alcune fonti ambientaliste sono superiori di tremila volte i limiti tollerabili) per colpa di molte città che scaricano le loro fogne direttamente nel fiume, senza nessun tipo di filtro o depurazione, ma a renderlo ancor più drammatico è il drastico abbassamento del livello delle acque, selvaggiamente sfruttate per usi agricoli e idroelettrici.

Per porre fine a questa situazione diversi leader religiosi non solo hanno minacciato di boicottare la Ardh Kumbh Mela (delle prime proteste ci sono già state in questi primi giorni di festa), ma si sono spinti anche più il là. Hari Chaitanya Brahmachari, ad esempio, si è fatto promotore di una azione legale presso l'alta corte di Allahabad che ha disposto alle autorità di rilasciare 40 metri cubi al secondo dalla diga di Arora e di porre sotto controllo gli scarichi delle tante concerie della zona.

Il ministro indiano dell'Ambiente si è detto convinto che la situazione del Gange negli ultimi venti anni è migliorata e che continuerà a farlo, ma in realtà molti elementi fanno temere il contrario. La popolazione che insiste sul bacino del fiume è già considerata in eccesso di 350 milioni, una quantità che secondo le proiezioni demografiche è destinata a triplicarsi nel giro di una generazione.


(10 gennaio 2007)


da: www.repubblica.it/2007/01/sezioni/ambiente/gange-inquinato/gange-inquinato/gange-inquin...

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