Provo a fare qualche considerazione sulla mia vacanza recente negli EAU e Dubai in particolare. Sarà solo una sintesi, con un occhio rivolto ai cubapraticanti. Qualcosa di più dettagliato ho già iniziato a scriverlo sul mio blog e nei prossimi giorni cercherò di terminarlo.
Andiamo a noi.
Questa volta abbiamo scelto Dubai e gli EAU come meta del nostro viaggio. E’ stata tutta una casualità, nulla di predefinito, una scelta maturata pochi giorni prima della partenza, quando abbiamo deciso che era giunto il momento di riprendere le valigie e partire. Una scelta concitata, frutto di una selezione fatta principalmente sulla base del clima e dei posti disponibili. Tant’è che ne ho anche reso partecipe il forum dei cubapraticanti per eventuali suggerimenti. Ma è il mio agente di viaggi di fiducia che ha dovuto sopportare le mie angherie, fatte di ripensamenti e nuove richieste, di prenotazioni e nuove ricerche, di date stabilite e di cambiamenti, tutto a pochissimi giorni dalla partenza.
Insomma, me rendo conto, non deve essere stato molto facile per lui. Però, devo riconoscere, ci è riuscito bene. Anche se, ne sono consapevole, finchè non ha avuto la certezza che eravamo già in volo, che finalmente si era liberato di noi, è stato tremendamente sulle spine per qualche altro cambiamento dell’ultimo minuto.
Considerazioni in generale per farsi un’idea di un viaggio a Dubai.
Il viaggio è abbastanza breve e rilassante, poco più di 5 ore e mezza di viaggio da Milano Malpensa, con arrivo la mattina presto a Dubai.
Il primo saluto, come è normale che sia, ce lo da l’aeroporto, una struttura grande, magnifica, modernissima, da far più che impallidire il nostro più importante aeroporto internazionale italiano.
Al primo contatto con l’esterno è piacevole sentire la sensazione del caldo sin dalla prima mattina, specialmente arrivando da una Milano umida e uggiosa, che ci ha lasciati alla partenza. Ci rendiamo conto immediatamente che la nostra estate è ricominciata: la temperatura si aggira mediamente sui 38 gradi in questo periodo. E ne siamo ben felici: era proprio quello che volevamo.
Il primo sguardo sulla città, sulle vie di Dubai, passa per la strada che ci porta in albergo, attraverso i finestrini di un taxi con un simpatico conducente indiano. Si vede immediatamente una città in progress, in continuo fermento, con i suoi grattacieli moderni e le strade a cinque corsie. Devo riconoscere che, anche se immaginavo ciò che avrei visto per essermi in precedenza informato, non avrei immaginato di incontrare quella realtà: un mondo nuovo, in continua evoluzione, moderno, grande, dove la casualità delle progettazioni non esistono, dove c’è - a monte - un disegno ben chiaro e preciso di ciò che dovrà essere. Le costruzioni, nella loro semplicità geometrica, sono opulente, rifinite nei minimi particolari; le strade e le vie guardano al futuro, come del resto tutta la città. Una miriade di attività costellano la strada che percorriamo, dalle sedi estere di multinazionali alle piccole imprese locali e non. Queste prime sensazioni ci accompagneranno e si affermeranno nei nostri pensieri come una delle principali caratteristiche degli EAU.
Una piacevole sorpresa è stato vedere il mare del Golfo Persico, dove si affaccia la città di Dubai. Un mare che non avevo mai visto e che immaginavo diverso, meno bello, per intenderci. Una bella spiaggia, ancorchè con uno scenario alle spalle dal volto lunare, per le forme dei grattacieli in costruzione presenti in ogni dove, ci porta in un mare bianco, caldo, piacevole. La sensazione è quella di non avvertire differenze tra dentro e fuori le acque marine. Ci si può immergere lasciandosi piacevolmente abbandonare per ore, in totale relax.
Da quel che vediamo, c’è poco del mondo arabo come siamo abituati ad immaginarlo. Se non fosse per quei cammelli sulla spiaggia, ad uso e consumo dei curiosi turisti, e del loro tipico abbigliamento, non si direbbe di stare in un paese arabo e musulmano. Si ha più l’idea di essere in un paese occidentale in pieno sviluppo, piuttosto che in una città affacciata nel Golfo Persico, luogo tristemente conosciuto per le note ostilità.
Probabilmente però, la mia sensazione ha qualcosa di vero. E’ solo la fisicità del luogo che ne segna la località, ma la gente, gli usi, la città è ormai qualcosa che va ben oltre l’essere in quel luogo. Infatti una caratteristica, forse la più immediata e significativa è il suo ambiente multietnico, multirazziale, dove convivono diverse culture e dove non si notano le barriere presenti in altri posti.
Una località che ha imparato, per necessità, a far coesistere nello stesso luogo le più disparate rappresentanze delle popolazioni mondiali. Dubai è un luogo cosmopolita, dove le genti e le culture si incontrano e dialogano tra loro, imparano a convivere e si scambiano vicendevolmente patrimoni di conoscenze. Alcuni dati: su una popolazione di poco più di 4 milioni di persone, solo il 25% è gente locale, la restante parte è ripartita fra asiatici (circa il 40%), arabi ed europei ( 35%). Anche se è difficile stimare la reale portata delle diverse etnie, visto che il cambiamento è costante e repentino. Da questo punto di vista, secondo me, è un posto molto interessante e, direi, stimolante. Ancor di più pensando di trovarsi in un paese arabo.
Ma a Dubai, bisogna riconoscerlo, le sorprese non mancano. In mezzo alla modernità, allo scenografico skyline della città, ancora parzialmente formato da una specie di ombre mostruose, con in cima grandi gru in movimento, che si scagliano sulla sua zona marina, coesiste una vecchia Dubai, fatta di vicoli, insenature, mercatini che si aprono a grandi vie commerciali, botteghe che all’apparenza vendono solo alcune merci, ma in realtà vendono di tutto, a partire dai falsi orologi di marca, per finire ai vari prodotti tecnologici di ultima generazione. E’ il mercato dei falsi e del sommerso che, come in tante parti del mondo, prospera all’ombra di quello legale. E’ così anche da quelle parti: è facile sentirsi chiamare per strada e proporre la merce più svariata, a partire dagli orologi.
Il suk dell’oro, una particolarità tutta locale, merita una menzione a sé stante. Per me è un mercato dell’oro di Napoli, dove si trovano una moltitudine di negozi che vendono tutti gli stessi prodotti, di qualità, per noi italiani, modesta, dove regna anche lì il falso, il tarocco delle firme dell’oreficeria mondiale e italiana in particolare. Ma è comunque un posto scenografico, fatto di vetrine luccicanti che espongono centinaia di bracciali, orecchini, collane e quanto la produzione orafa riesce ad inventare. E’ singolare imbattersi in quella via, dove al profumo dell’oro, si mischia quello della necessità per tanta gente che la frequenta. Non è un luogo elegante, non confondiamoci, è più una specie di mercato fatto di botteghe dell’oro, con alcune caratteristiche che riprendono proprio quelle dei mercati alimentari, per la sua posizione e struttura.
I luoghi eleganti a Dubai, oggi, passano per i suoi tanti e grandi centri commerciali. Lo sfarzo e l’opulenza si trova lì, dove sono presenti tutte le grandi firme della moda, le migliori gioiellerie, i migliori negozi, le multisala cinematografiche e, per finire, ultimo arrivato in ordine di tempo, un mega centro commerciale con annessa pista da sci al coperto! Sono questi i luoghi dove ogni anno, verso febbraio, si consuma uno dei più teatrali esempi di consumismo sfrenato: la festa dello shopping. In un paese arabo e musulmano (sic!). Ma è così, Dubai è questo e tanto altro, in fondo è una moderna contraddizione.
Tra le tante modernità, ormai caratteristiche ed esempi di moderna architettura, meritano un posto di primo piano anche gli alberghi presenti a Dubai. Sia per la quantità (anche se mi resta ancora da capire come faranno a riempirli tutti), che per il lusso che essi sfoggiano. Il vero simbolo dell’attuale città è la cosiddetta Vela, l’Hotel Burj Al Arab, il famoso albergo a sette stelle, uno dei più lussuosi alberghi del mondo, se non il più lussuoso in assoluto. Si trova nella zona di Jumeira, la parte marina della città, la parte più nuova. Creato su un isolotto artificiale, è un vero spettacolo di moderna architettura e uno sfoggio di opulenza. Solo per visitarlo si organizzano visite guidate a pagamento, altrimenti o si è clienti o non si passa neanche il cancello esterno.
Gli alberghi di Dubai, numerosi, belli e importanti costituiscono ormai anche i veri punti di riferimento per la vita notturna della città. Al loro interno infatti si trovano i più significativi locali della città. Tra i più nuovi e gettonati senza dubbio merita una menzione il Buddha Bar Dubai, al piano terra di uno dei più nuovi e moderni hotel di Dubai, il Grosvenor House, un grattacielo di una cinquantina di piani, dal gradevole design esterno e, ancor di più al suo interno. In questo stesso posto si trovano altri due interessanti locali: il 44, al quarantaquattresimo piano, panoramicissimo e spettacolare, ed un ristorante di particolare fascino e suggestione, anche per il cibo direi, il Mezzanine.
La città è ricca di locali dove passare qualche ora piacevolmente, anche al di fuori degli hotel. Alcuni sono interessanti, altri direi abbastanza squallidi. E’ normale del resto. In ogni caso, è bene saperlo, è una città in cui la notte ci si può divertire. Il periodo in cui siamo andati non era dei migliori da questo punto di vista, essendo il periodo di Ramadhan buona parte dei locali erano chiusi e la vita assumeva una connotazione diversa dal suo solito.
Ma, come in ogni storia che si rispetti, ci sono sempre le dovute eccezioni. E anche in questo le eccezioni non sono mancate: la vita notturna si svolgeva più discretamente, più limitata ai locali di impostazione internazionale, ma era comunque abbastanza viva direi.
Altra singolare e piacevole rivelazione sono stati i ristoranti, numerosi quanto di buona qualità. Almeno quelli che abbiamo potuto “testare”. Ci sono posti molto curati dove si mangia molto bene, così come locali più tradizionali o di cucina etnica di svariata provenienza. La sorpresa è che in qualsiasi locale siamo andati, dal più lussuoso ai più tradizionali, da quelli che servono pasti veloci fino a quelli tipici, ci siamo sempre trovati bene. Anche in questo si sono attrezzati e hanno preso molto dalle più importanti scuole di tradizione culinaria.
Ho accennato al periodo del Ramadhan, forse per alcuni potrebbe non essere interessante, però, dal mio punto di vista, è stato un modo in più per capire quel mondo e le sue tradizioni. Devo riconoscere che sin dalla scelta del viaggio, sapere che era il periodo del Ramadhan mi ha molto incuriosito e mi ha intrigato. Credo che sia uno dei periodi che si riesce a vedere e capire cose che diversamente non si riuscirebbero a cogliere, vista la cultura ormai multietnica del luogo. Non mi dilungo sull’argomento, ne scriverò su qualche mio prossimo racconto di viaggio. Mi limito solo a dire che in quel periodo si respira un’aria diversa e i ritmi di vita cambiano sensibilmente.
Trattandosi di un periodo in cui, durante le ore diurne, non si può ingerire alcun tipo di sostanza, né alimentare né altro, fumo compreso, c’è un cambiamento del modo di vivere, tendente a spostarsi verso le ore serali e notturne. Questo vale sia per gli orari dei negozi e centri commerciali, spesso chiusi durante il giorno, ma che aprono verso le sette della sera, sia per il lavoro, la vita e i tempi che la scandiscono. L’impressione che ho avuto è assimilabile ai nostri periodi prenatalizi, dove si respira un’aria di festa, dove i ritmi di vita si modificano, anche se parzialmente, e le città sono addobbate a festa. Non è la stessa cosa, sia chiaro, faccio riferimento alle sensazioni che possono dare alcuni periodi dell’anno vivere varie località. Con una certa approssimazione si può immaginare di rapportare le nostre sensazioni durante il periodo prenatalizio alle loro nel periodo del Ramadhan. Per altro non c’è nulla in comune.
Ciò che invece suggerisco vivamente di fare è una gita nel deserto. Può essere sia una gita di un giorno come qualcosa di più impegnativo, anche di più giorni. Un’esperienza veramente bella, che sa regalare veraci emozioni. Una delle esperienze più belle che abbiamo fatto a Dubai. Anche di questo ne scriverò altrove. Però se qualcuno soffre l’automobile non è particolarmente consigliata.
Vivere il deserto e coglierne i profumi della sabbia, i colori, la notte, il silenzio, la luce, trasportano il viaggiatore in un’altra dimensione, catapultandolo dalla modernità della città all’essenza della natura,in men che non si dica.
Per tirare le somme, direi che un viaggio a Dubai è consigliabile a tutti, sia alla famiglia che vuole comodità e relax, sia a chi ha voglia di divertirsi, come a chi è alla ricerca di comprendere nuovi mondi.
Per chi fosse interessato, è on line all’indirizzo
fotoalbum.borntotravel.it l’album fotografico di questo viaggio a Dubai (scegliere la sezione Emirati Arabi Uniti e poi i vari album).
Ora basta però. Ho provato a fare delle considerazioni generali di viaggio, cosa a me non abituale e, forse, poco adatta. Riprenderò a scrivere nei miei appunti di viaggio qualche racconto, pseudo tale, su questo viaggio, soffermandomi su quello che più preferisco: le emozioni e le sensazioni nascenti da singoli momenti di vita.
Una notazione per gli amici cubapraticanti: francamente devo dire che Cuba non mi è mancata per niente. Certamente resta nel mio cuore, però non potrei mai pensare di chiudermi e non andare più in giro a scoprire nuovi mondi. Ma è solo una mia opinione personale, non fateci caso.