HHHThegame
00lunedì 14 luglio 2008 20:25
Riassunto: Garet e Andy, protagonisti della serie, vanno a una festa al quale danno vita a una sorta di commedia degli equivoci. Successivamente, i due continueranno separatamente le loro avventure amorose con fini non proprio ottimi, quand’ecco che si rincontreranno sulla porta di casa di Andy a fare il punto della situazione. A quel punto entra in scena Rebecca, vecchia amica dei due, che li invita a partecipare ad un programma televisivo di MTV dove i nostri eroi si sfideranno per il suo cuore, in cambio di un piccolo extra, ovvero le grazie della signorina…
Garet: a volte penso di essere l’uomo sbagliato al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Andy: io, invece, a volte penso che nella vita mi sarei dovuto travestire almeno una volta da ape regina.
La proposta di Rebecca mi puzzava. E anche parecchio.
Puzzava quanto un cadavere putrefatto nella propria vasca da bagno. O quanto Andy l’altra sera di ritorno dalla festa…
Eppure non so perché me l’ero sentita di partecipare a questo frivolo gioco di corteggiamenti, presentandomi tutto sommato in abiti sportivi di media eleganza, ovvero con una polo della Lacoste e un paio di blue jeans di una nota marca d’abbigliamento italiana, con scarpe coordinate.
Andy, invece, come suo solito volle esagerare, col suo gessato rosa shocking e la camicia nero di seppia appariva appariscente come un albero di natale in una sinagoga.
Naturalmente appena mi vide all’appuntamento, ebbe la brillante idea di lanciarmi le chiavi della sua macchina per improvvisare una simpatica gag agli occhi di Rebecca.
Andy: ehy, parcheggiatore, vedi di non rigarmela altrimenti ti farò rimpiangere di essere nato! Ahah! Certo che pure te, Garet, potevi venire abbigliato con abiti più consoni!
Garet: scusa caro, ma al contrario tuo preferisco evitare puntare sul look… sai, il tuo atteggiamento sembra dire “sono gay!”, ma il tuo abbigliamento lo urla a gran voce!
Rebecca: uuuhhh, volano paroline pesanti qui… ma adesso basta litigare biscottini miei, andiamo piuttosto a bere qualcosa per rompere il ghiaccio!
La voce di Rebecca era particolarmente irritante. Era un incrocio tra la sirena di un’autoambulanza e il motore di un aeroplano, il tutto modificato al computer rendendolo un rumore acuto. Si poteva nonostante tutto passare sopra questo dettaglio spostando tutta la propria concentrazione mentale sulla vista, che ricadeva indubbiamente sull’abito elegante rosso fuoco che poco lasciava all’immaginazione, e all’olfatto, solleticato da un odore misto di bagnoschiuma al limone e deodorante alla vaniglia.
Non era però una saggia idea puntare sull’olfatto, visto che la topaia dove eravamo appena entrati odorava di piscio da ogni angolo.
Rebecca: beh, bei maschioni, cosa ordinate?
Garet: un bicchiere d’acqua, sperando che non ci sputino dentro…
Andy: io un blowjob…
Rebecca: oh, andiamo sulla roba calda, mi piacciono i tipi intraprendenti come te… e tu Garet, come fai a surriscaldare l’ambiente di solito?
Tirai fuori l’accendino dalla tasca posteriore dei jeans e sfregai la pietra focaia.
Garet: così, con il potere del fuoco!
Calò il silenzio per la mia pessima battuta. Proprio quello che volevo, ed ero soddisfatto nel vedere il sorriso sornione di Andy che già pregustava la vittoria. Io però conoscevo troppo bene quella Messalina, e sapevo che c’era qualcosa che non andava…
Garet: dalla vita ho imparato che per ogni risposta ricevuta do vita ad almeno una nuova domanda, come se fosse un circolo vizioso.
Andy: dalla vita ho imparato che oltre alla morte, di certo c’è solo che il bagno è sempre in fondo a destra.
L’ambiente mi dava sempre più sui nervi man mano che passavano i minuti; dalla radio passava un’odiosa musichetta anni 50, la sedia più comoda aveva una gamba traballante e la mia parte di tavolino aveva una chiazza di non si sa quale ordinazione presa dalle persone che ci si sedettero precedentemente, sperando sempre che si trattasse di un’ordinazione…
Come se non bastasse, la polo iniziava a stringermi e soffocarmi nel basso collo e rendeva poco liberi i movimenti dei deltoidi, ed in quel momento maledii il mio lavoro… sembrava che la mia consueta fortuna mi avesse abbandonato e ne ebbi la certezza dopo che, essendomi oramai isolato dal dialogo tra i due piccioncini ed essendomi metamorfizzato ufficialmente nel “lampione prescelto della serata”, Andy cominciò a farmi piedino da sotto il tavolo.
Garet: Andy…
Andy: che c’è? Non mi dire che ti stai ingelosendo perché la mia ars oratoria è di gran lunga superiore alla tua…
Rebecca: infatti, tesoro, ti vedo parecchio freddo questa sera, non mi stai facendo divertire per niente, no, no, no…
Garet: sai, potrei guadagnare punti se ti dicessi che quel cretino del tuo futuro prescelto mentre parla con te, tenta un approccio feticista col sottoscritto sotto il tavolino, ma non voglio rubartelo, quindi lo dico a lui: LA SMETTI DI FARMI PIEDINO CHE SEI INQUIETANTE??
Alzai la voce più di quanto mi aspettassi, e la gente si accorse della mia presenza nel locale.
Male, molto male, essere un vip e farsi riconoscere.
Soprattutto quando nel locale è presente una tua fan viscerale che a tempo di record fionda al tuo tavolo a farti avanches.
Però, se la suddetta in questione ha un procace abbigliamento che lascia vedere le forme, per quanto non proprio il massimo, il “male molto male” si trasforma in “dopotutto questa è pisellabile…”, soprattutto se l’alternativa è fare il lampione con figuracce dopo figuracce e gli sguardi indiscrete di persone che pensano a un possibile menage a trois.
Fan di Garet: WOW, ma tu se…
Garet: si, esatto, sono Garet Jax e se io fossi uno scoiattolino avrei tanta voglia di mettere la mia nocciolina nella tua tana, accetti?
Fan di Garet: ma non sai nemmeno come mi chiamo!
Garet: ha importanza?
Fan di Garet: mi conosci da appena 30 secondi!
Garet: è passato anche troppo tempo, quest’attesa mi sta mettendo l’ansia!
Fan di Garet: ma vorrei prima un giudizio delle mie amiche, cioè, io…
Garet: tranquilla, c’è Garet a volontà anche per loro, ora usciamo di qui che sto posto è alquanto orrendo!
Rebecca: Garet, sei veramente un cafone!
Andy: lascialo perdere cara, avremo più libertà di dialogo da quando…
Non feci in tempo a finire di sentire la conclusione di una di quelle massime espressioni filosofiche che solo Andy sa regalarci che già mi ero alzato dal tavolo prendendo in braccio la ragazza portandola trionfante fuori dalla topaia…
Garet: forse a volte agisco troppo facendomi comandare dall’istinto. Altre volte invece ragiono così tanto su una scelta che presa la mia decisione, non è più attuabile per via della situazione. Panta rei.
Andy: qualcuno per caso ha visto il mio perizoma a forma di scimmia?
Trasportato dall’impeto, portai la mia fonte di salvezza fuori dal locale, sempre tenendola tra le mie vigorose braccia da lottatore, fino a quando, girato il primo angolo a disposizione, la lasciai facendola rimettere in posizione eretta con tutta la delicatezza a mia disposizione.
Garet: grazie cara, sei stata efficientissima, mi hai tirato fuori da un casino che non ti immagini! Ora puoi andare, ma prima come posso sdebitarmi? Vuoi un autografo, una foto insieme a me…?
Fan di Garet: beh, pretendi di sedurmi e abbandonarmi? Nel locale mi avevi fatto tutt’altro genere di promesse…
Mentre lo diceva con una voce sensuale come quella delle squillo delle hotline, si passava il dito indice tra i suoi boccolosi capelli biondi, abbassando i suoi occhi cerulei verso la vistosa scollatura, e a concludere questo sicuramente piacevole quadretto c’erano le sue grosse cosce che si muovevano sfreganti l’una con l’altra.
Nonostante il mio scarso interesse a sedurla per davvero, mi resi conto che era parecchio che non avevo rapporti fisici con una donna, quindi tra me e me pensai “Why not?”
Ed ecco che la presi per i polsi facendole toccare il muro con la schiena, mentre il suo odore acre di “Sicily” di D&G mi penetrava nel naso, suggerendo al mio sistema nervoso di chiudere gli occhi strizzandoli dall’intensa quanto improvvisa sensazione di piacere.
Si lasciò andare ad un mugolio appena le nostre bocche furono a meno di un centimetro di distanza ed i nostri fiati si mischiarono a formare un unico alito caldo che si mischiava alla già umida ed afosa brezza serale estiva che mi faceva incollare alla schiena la polo per via del sudore. Rimasi a fissarla negli occhi per un po’, non la baciai, volevo imbarazzarla, farle capire di essere in mio completo controllo.
Non volevo fare sesso con lei.
Non volevo la sua fica, per usare un francesismo.
Volevo la sua dignità e totale sottomissione.
Iniziai a leccarle le guance, fino ad arrivare alle orecchie, dove spostai con il naso alcuni capelli e fui inebriato dal suo shampoo molto delicato, quand’ecco che le mie labbra toccarono il suo lobo sinistro e lei si lasciò andare a mugolii sempre più frequenti, mentre il mio sesso si ingrossava nei jeans.
Sentivo i suoi avambracci muovere come a cercare di ribellarsi, ma stringendola sui polsi con lieve violenza volevo farle capire che ero io a comandare il gioco, quindi lei iniziò a strusciare la sua gamba destra su di me, eccitandomi.
Come premio le liberai un braccio, ma solamente perché volevo slacciarle il reggiseno.
La sentivo gemere “baciami, baciami!”, ma io mi rifiutavo, mi allettava molto di più giocare allo stupro consenziente.
Mentre lei mi slacciava la zip, dopo la conquista del reggiseno che misi in tasca come trofeo di guerra, le abbassai le mutandine, senza però toglierle. Lasciandole all’altezza del ginocchio.
Come già sottolineato, non volevo lei, ma la sua dignità.
Non feci in tempo a solleticarle la sua umida e villosa palude, il suo triangolo delle bermuda, quando una voce femminile mi arrivò alle spalle.
?: uuuhhh, e per fortuna che te eri quello che cercavi l’amore… ma vaffanculo, sei come tutti gli altri!
Fan di Garet: e lei chi è?
Garet: no cioè, Mika, aspetta, lei è… (per sapere chi è Mika, leggere Dualismo parte 1)
Fan di Garet: scusa, ma penso che vado, hai da fare…
Garet: no, cioè. Aspetta anche tu!
Mika mi mostrò il dito medio e mi tirò uno schiaffone, mentre la mia conquista si risistemava le mutandine e se ne andava silente ed imbarazzata.
Volevo la sua dignità, ma ad averla persa ero io.
Lì, da solo, in una strada buia, con la cerniera dei pantaloni slacciata e il pisello duro come una roccia, che sarebbe tornato a grandezze “non da lavoro” diciamo solo grazie all’ausilio della mia mano destra…
Garet: è vero, sono uno degli uomini più fortunati del mondo. Ma è anche vero che se la fortuna mi bacia, la sfiga mi fa i pompini…
Andy: Garet, smetti di pomiciare sta canna e passamela!
Nel frattempo, tra Andy e Rebecca, la serata proseguì a gonfie vele. Tralascio inutili dettagli riguardanti dialoghi diabetici e cavallerie e sviolinate gratuite da parte di Andy, riassumendo il tutto e riprendendo il racconto, in prima persona narrato dal fido compagno d’avventure di Garet, con un…
… E mi ritrovai in una camera letto di uno squallido love hotel a basso costo. Avevo sconfitto quel pivello di Garet su tutti i fronti, costringendolo alla resa anticipata su un bersaglio più facile. Ah, povero sciocco, illuso! Ti accontenti dei pesci piccoli mentre io vado sul pescione!
Bene, quant’è grossa lì sotto, e che tettone, sembrano quasi rifatte!
Certo che la cerniera del suo vestito la facevo più facile da slacciare, cercherò di mascherare questa mia deflaillance tappandole la bocca con la mia lingua…
Mmh…
Non bacia neanche niente male, è intraprendente, quasi quanto un uomo… lasciamola respirare ora, però, in fondo l’abito l’ho sfilato, è tempo di iniziare a fare sul serio…
Rebecca: Andy caro?
E mo cosa vuole?
Andy: dimmi, Rebecca cara?
Rebecca: sai che da piccola desideravo fare la suora?
Andy: ah si? Beh, saresti stata sprecata, fattelo dir… OMMIODDIO!!!
Rebecca: si, caro, mi sarei chiamata SUOR PRESA!!!
L’autore, cioè me stesso, si è riservato di lasciare all’immaginazione la descrizione di macabri particolari, quindi omette la successiva scena e passa direttamente alla successiva, ovvero all’incontro tra i delusi Garet & Andy sotto le luci dei lampioni di una strada di periferia.
Andy: oh.
Garet: eh.
Andy: hai vinto.
Garet: come?
Andy: Rebecca è un uomo, m’ha inculato metaforicamente e per poco pure fisicamente, c’è mancato poco.
Garet: ah… avrà cambiato sesso da poco… io me la ricordavo come donna ai tempi del college, e certi suoi spettacolini sono difficili da dimenticare… a sto punto sarei curioso di sapere il nome del programma… fortuna che me ne sono andato…
Andy: già, con quella bella fica…
Garet: ma lascia perde, a me è andata peggio…
Andy: e come è possibile? Racconta…
Garet: aspetta, prima giriamoci una canna… almeno ci rilassiamo un pochetto…
…
Garet: certe volte mi chiedo se ne valga la pena. Dico, se valga la pena vivere la vita fino in fondo, cioè, ogni passo che fai, fai una cazzata. Se non lo fai, fai una cazzata lo stesso. E se resti fermo a pensare, fai sempre una cazzata perché perdi l’occasione. A sto punto mi chiedo, ma varrà la pena rischiare? Varrà la pena continuare ad andare avanti? Tanto come mi muovo pesto una merda! Altro che Carpe Diem, qua credo che mi toccherà restare ad osservare ciò che accade in balia degli eventi e vedere dove mi porterà il destino mentre…
Andy: Garet, fanculo. La vita è fatta di piccole cose e grandi emozioni ed è solo rischiando, prendendo una posizione che possiamo viverle. La vita dura troppo poco per passarla a farsi le pippe mentali. Meglio rischiare e fare sesso reale piuttosto che fermarsi a una pippa mentale, no?
Non prenderti troppo sul serio, tanto cazzate ne abbiamo fatte e ne facciamo tutte.
Garet: beh, si, forse hai ragione.
Andy: non dico di aver sempre ragione, tuttavia non ho mai torto…