Darfur, 3 milioni in fuga sfamati dagli aiuti

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vanni-merlin
00domenica 17 settembre 2006 15:53
Darfur, 3 milioni in fuga sfamati dagli aiuti

Kenro Oshidari*


Mohamed Mahmoud sorride alla macchina fotografica. Seduto di fronte alla sua capanna – un cumulo compresso di rifiuti di plastica e di vetro, issato su una precaria impalcatura di canne – cinge le spalle del figlio di tre anni. La famiglia è il bene più prezioso che ha.

Un tempo Mohamed era uno degli uomini più ricchi del suo villaggio, nel sud del Darfur, proprietario di quindici capre, di un gregge di venti animali e di dieci sacchi di miglio, immagazzinati dal raccolto precedente. Tutto ciò esisteva sino ad una mattina di quattro mesi fa, quando, all´alba, sono arrivati i soldati a fare razzia, uccidendo suo fratello, bruciandogli la casa e saccheggiando grano e bestiame.

Tutta la famiglia dovette fuggire a Sekeley, vicino al villaggio di Nyala, dove oggi vive in un campo insieme ad altri 8.500 profughi, in gran parte vittime di un conflitto che sarebbe dovuto finire a maggio con la firma dell´Accordo di Pace del Darfur.

Storie come quella di Mohamed hanno commosso l´opinione pubblica, mobilitato politici e celebrità spingendoli a partecipare a marce e veglie di preghiera per chiedere pace e soccorsi per le vittime del Darfur. Ma chiunque abbia seguito attentamente le vicende di questa martoriata regione lo sa: la pace non è ancora arrivata.

I soccorsi, invece si. Mentre l´attenzione di politici, diplomatici e giornalisti è concentrata sulla ricerca di una possible soluzione politica, migliaia di operatori umanitari - e la popolazione assistita – si sono attivati per arginare le conseguenze umanitarie di questo conflitto.

Quando sono arrivato nel Darfur, come coordinatore dell´intervento di prima emergenza del Programma Alimentare Mondiale (PAM), sfamavamo una media di 1,2 milioni di persone. Ora ne assistiamo quasi 3 milioni. Si tratta di gente costretta a vivere in squallidi campi profughi o riuscita, in qualche modo, a rimanere nella proprie comunità di origine nonostante i pericoli. Nessuno di loro ha i mezzi per procurarsi da mangiare.

Si tratta di un gigantesco e costoso intervento umanitario che presenta enormi ostacoli.

Dal giorno in cui è stato firmato l´accordo di pace, paradossalmente le condizioni di sicurezza in gran parte del Darfur sono peggiorate. Nel Nord, ad esempio, proprio a causa dell´insicurezza, in agosto non siamo riusciti a raggiungere 355mila persone. Già da tre mesi molti di loro non ricevevano razioni alimentari del PAM. Banditismo e combattimenti rendono estremamente pericolosi gli spostamenti degli operatori umanitari in molte aree del paese. Nei soli ultimi quattro mesi, ben dodici operatori umanitari sono stati uccisi in Darfur, più del numero totale di decessi avvenuti tra questi lavoratori dall´inizio del conflitto.

Ma gli ostacoli non sono solo fisici, sono anche finanziari.Lo scorso maggio, il PAM è stato costretto a dimezzare le razioni di cibo per migliaia di persone in un ultimo disperato tentativo di garantire il cibo anche durante la stagione delle piogge, tutt´ora in corso. È stata una scelta dolorosa ma necessaria che speriamo di non dover mai più ripetere.

Con le donazioni di cui disponiamo oggi riusciamo a garantire la distribuzione del cibo nel Darfur solo fino a fine anno. Ma da gennaio, se non riceveremo al più presto maggiori finanziamenti, le nostre casse e lo stomaco di migliaia di persone rimarranno vuoti.

Tutti noi ci auguriamo una soluzione pacifica della crisi nel Darfur. Solo allora si potrà avviare un processo di ricostruzione e aiutare la popolazione a sviluppare un´economia autosufficiente. Ma anche con la pace, il bisogno di aiuti alimentari non scomparirà da un giorno all´altro; per il PAM si tratta di aiutare milioni di persone a risollevarsi dalla guerra.

Il nostro impegno verso la popolazione del Darfur è che resteremo per aiutarli. Il nostro appello al resto del mondo è che ci aiuti a mantenere questa promessa.

*Kenro Oshidari è il rappresentante del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite per il Sudan



da: www.unita.it/view.asp?IDcontent=59670

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