Io ho sognato di fare la giornalista!
Ha influito anche Mary Tyler Moore
, non c'è dubbio, ma mi sembrava un lavoro bellissimo.
Ho sempre sperato in un lavoro che mi permettesse di scrivere.
In tempi più recenti mi ero convinta (e forse lo sono ancora) che il lavoro più bello fosse occuparsi delle proprie passioni, e quindi volevo essere critico cinematografico o letterario )ho avuto una breve fase in cui volevo essere inviata sportiva
). Il mio ideale era essere una Mereghettina insomma, con tanto di Dizionario
. Ma oltre al fatto che ce ne sono tanti
ho presto smesso di idealizzare quella professione, che comporta solitamente il rischio che il piacere divenuto lavoro nausei, e che soprattutto l'ottica deviata del critico tolga spontaneità e gusto alla visione o alla lettura, trasformando le persone in certi individui spocchiosetti e snob che si vedono in giro
Al giornalismo rinunciai in parte per mancanza di coraggio, in parte perchè non riesco ad accettare quel che la professione nella maggior parte dei casi comporta.
Ma la vera velleità risibile e assurda l'avevo sviluppata fin da piccola. Mi piaceva moltissimo scrivere con il gesso alla lavagna... così volevo fare la maestra
!
Inspiegabilmente la cosa è continuata a lungo, da più grandina sognavo di fare la professoressa moderna e ispirata, quella che instillava nei ragazzi l'amore per la letteratura, il cinema e altro... Immaginavo discussioni amichevoli in classe sulle loro passioni, in cui si poteva stroncare Manzoni, se si voleva, ed esaltare King.
Per fortuna ho capito in tempo che non era assolutamente il lavoro che volevo!!!!!
Che rischio! (più per me che per gli alunni
)
Certo, pensare alle strade non percorse ed ai destini mancati dà sempre emozione.