DIRITTI DEL LAVORATORE : CAMBIO MANSIONE
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DOMANDE FREQUENTI in tema previdenziale
magiadimaglia
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domenica 22 marzo 2009 18:04
Salve,
vorrei di piccoli chiarimenti e consigli.
ho firmato un contratto a tempo indeterminato settore commercio 5 livello autista,dopo un paio di buste paghe mi ritrovo al 6 livello cioe scendere di livello,è normale???
Sulla busta paga ho sempre 174 ore di contratto mentre io lavoro 160 ore e di conseguenza il mio datore mi toglie 14 ore al mese come ore di assenza oppure come questo mese ho fatto 14 di straodinario mi ha pagato 174 ore.
Vorrei sapere perchè ho 174 ore sulla busta paga,mentre ne lavoro 160 ore,cioè le 174 ore mi spettano di diritto????
Grazie
Buona sera, le scrivo il regolamento relativo al contratto di lavoro ed i diritti del lavoratore.....
Il mutamento delle mansioni
Al datore di lavoro compete, come esplicazione del potere direttivo, il c.d. ius variandi. Questo consiste nel diritto del datore di adibire il lavoratore alle mansioni che, di volta in volta, risultano più aderenti alle concrete e mutevoli esigenze organizzative e produttive dell’azienda. Tale potere, tuttavia, può essere esercitato entro
limiti inderogabili sanciti dalla legge
.
L’art. 2103
c.c., così come novellato, in chiave garantista, dal c.d. “Statuto dei lavoratori” (la legge n . 300/1970), prevede che il lavoratore possa essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria
superiore
che abbia successivamente acquistato o a quelle equivalenti, sotto il profilo professionale, alle ultime effettivamente svolte (c.d. “mobilità orizzontale”),
senza alcuna diminuzione della retribuzione
.
Il divieto di “mobilità verso il basso
”, ossia di assegnare al lavoratore mansioni inferiori, viene meno solo nei rari casi di deroga previsti tassativamente dalla legge, tra i quali spiccano le esigenze straordinarie sopravvenute o le norme poste a tutela della salute della madre e del nascituro.
Per quanto concerne l’attribuzione di mansioni superiori (c.d. “mobilità verticale”), fermo restando il diritto del lavoratore a percepire il corrispondete aumento della retribuzione, l’assegnazione diviene definitiva (c.d. “promozione automatica”) quando supera i termini fissati dai contratti collettivi nazionali, i quali, comunque, non possono prevedere sul punto termini superiori ai tre mesi.
La nullità di ogni patto contrario a quanto stabilito
dall’art. 2103
c.c., secondo quanto precisato orami da tempo dalla Suprema Corte (cfr. Cass. Civ. sentenza n. 266 del 12/01/1984), deve interpretarsi come un divieto di pattuire
condizioni peggiorative
della situazione, complessivamente considerata, del lavoratore, e non anche del datore di lavoro: è una delle tante manifestazioni del carattere prevalentemente garantista del nostro diritto del lavoro. In applicazione di detto principio, sono stati reputati legittimi i patti contrari stipulati nell'interesse del lavoratore al fine di garantirgli la conservazione dell'occupazione.
Da quanto può leggere quindi la sua situazione nn è regolare, le consiglio di rivolgersi al sindacato con documenti alla mano e dopo aver chiesto una spiegazione al suo datore di lavoro. Restando a disposizione la saluto.
http://ilpatronatorisponde.blogspot.com
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