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n9p
00sabato 3 gennaio 2004 09:30
-CONSAPEVOLEZZA NELL’INUTILITA’- e si è arrivati a leggere pagina trecentoventi… e ci si da degli stupidi per non aver mai continuato il romanzo… e si legge e si continua a farlo!
Adesso hai tutto il tempo del mondo per fare ciò che non sei mai riuscito a fare… finire Moby Dick in primis… e si sta a letto quasi per tutto il giorno nell’attesa che le due arpie vengano a dirti qualcosa… attendi che loro facciano la mossa falsa che ti porterà inevitabilmente al suicidio… attendi e aspetti e intanto leggi… anzi divori il romanzo che da giovane consideravi un mattone buono solo per fare delle case!
E guardi la busta quando non leggi… la giri e la rigiri nelle mani che ogni giorno dimagriscono sempre più… e la guardi con affetto e amore… e non sai chi te la mandata, perché lo ha fatto ma soprattutto perché proprio a te e non ad un altro… e rileggi il messaggio della busta… adesso lo leggi un paio di volte al giorno… ti da una fievole speranza alla tua condizione di rilegato mentale e fisico… stai morendo e leggi… ormai non hai più voglia di nulla, solo di leggere e di guardare le macchie della busta!
-INFANZIA- e come un gioco conti tutti i salti dell’autobulanza… ogni lieve scossone… ti hanno messo in faccia una mascherina d’ossigeno che puzza leggermente di disinfettante e devi per forza di cose respirare l’ossigeno spurio… e respiri a pieni polmoni quella miscela… e pensi che adesso il tuo piano prenderà un terribile ritardo!
E sembra che la strada non finisca mai… non riesci a sognare, non riesci a dormire ma ti chiedi chi fosse la donna del delirio post-caduta… la tua ex moglie?
Tua madre?
Una tua fidanzata dell’epoca del liceo di cui non ricordi il nome?
E stai lì disteso come un salame sulla lettiga dentro l’autobulanza… e guardi la luce elettrica sotto il tettuccio dell’autobulanza… la guardi e pensi, e più pensi e più stai male… ti sembra che arrivati fino a questo punto un ritardo del genere possa rovinare tutto… ogni tuo progetto va in fumo… ed è allora che t’arriva un lampo di genio… non ti possono trattenere contro la tua volontà… ok il piano avrà un ritardo ma si compirà… e ridacchi e subito dopo cadi in un sonno profondo!
-ABNEGAZIONE TEMPORALE- e ti ritrovi a pensare al passato… e la malinconia t’assale come un mare in tempesta… ti ricordi anche i minimi particolari… la tua segretaria personale, il secondo nome sconosciuto del tuo diretto superiore, la marca di caffè che usavano nel tuo ufficio, i scalini della scala di un rosso cardinale… ti ricordi una vita che non c’è più!
Le tue condizioni stanno peggiorando… ogni giorno di più… ti stai riducendo ad uno scheletro con qualche brandello di carne addosso e neanche tanta… e sai che non puoi farci niente… le due arpie hanno perso ogni speranza di rifilarti in un ospizio sai che hai vinto… e ti guardano e pensi che stanno macchinando qualcosa… sei diventato paranoico… ormai nessuno ti è amico… sono tutti nemici!
Non parli più con nessuno… una volta c’era gente che ti chiamava ora non più… una volta c’era qualcuno che ti veniva a fare visita ormai non più… sei definitivamente solo sei solo con il tuo libro e la busta macchiata… e per la prima volta nella tua vita hai la consapevolezza che morirai da solo come un cane… e incominci a piangere in una fredda notte di gennaio!
E sei ancora disteso sulla lettiga sull’autobulanza e incominci a pensare a cosa farai quando arriverai in ospedale, a cosa dirai e tutto il resto… e alla fine arrivi alla conclusione lampante di non dire nulla, di non fare nulla… facendo così ti daranno le prime esenziali cure e ti rimanderanno in giro per la città… o almeno speri!
La strada che divide l’ospedale dalla tua caduta sembra interminabile… un’odissea moderna e senti di sfuggita i discorsi degli infermieri detti a metà voce e capisci che per loro sei solamente un altro relitto della società e che loro purtroppo ti devono soccorrere… ti avrebbero fatto morire lì disteso sull’erba bagnata se fosse stato per loro… ma non è mai per loro e sono arrabbiati potevano fare altre mille cose invece di venirti a soccorrere… hanno mogli, figli, mariti e tu ascolti e non dici nulla… una leggerissima lacrima di solca il viso… sei arrivato a questo punto?
Sei realmente un essere così inutile?
Perché ti odiano questi infermieri?
E con questi pensieri t’addormenti sperando che al risveglio tu sia già all’ospedale!
-TEMPO NULLO- e stai camminando con fatica… senti il bisogno psico-fisico di mangiarti un tramezzino al tonno e quindi ti sei alzato dal tuo letto e ti stai faticosamente dirigendo verso la cucina per trovarne uno o male che vada per preparartelo… non c’è quindi decidi masochisticamente di preparartelo… tagli il pane in mezzo, lo riempi con varie salse dai vari colori e alla fine ci sbatti dentro il tonno… sembra facile a dirla così ma sai che non hai mai “cucinato” un panino, sai che hai avuto sempre il culo nella bambagia per tutta la tua vita, sai che non mai cucinato in vita tua… e dopo cinque tentativi ci rinunci… la cucina sembra un campo di guerra… c’è tonno e salsa un po’ dappertutto… l’infermiera s’arrabbierà molto!
E ritorni al tuo letto… il romanzo sta procedendo velocemente… sei a pagina quattrocento… la busta macchiata è sempre vicino a te… ormai la consideri quasi una di famiglia… non te ne stacchi mai è sempre nella tua mano o nella tasca del tuo pigiama… la busta ti fa sentire vivo pur sapendo che stai morendo… ma come si suol dire la speranza è l’ultima a morire!
-INTERNAMENTE- e sei ancora nel prato con la donna vestita di bianco… senti come se questo sia il proseguimento di qualcosa che avevi dimenticato prima… e chiedi alla donna chi è e lei non ti risponde ma continua a tenerti la mano e a camminare affianco a te… e per un certo senso sei felice, contento ma soprattutto positivo e non più malinconico… per la prima volta dopo anni ti senti realmente felice e continui a camminare!
Un tubicino di plastica ti entra in gola e ti viene da vomitare… senti gli infermieri urlare che ti stanno perdendo… e un’infermiera donna ti urla dietro… NON FARLO NON FARLO HAI ANCORA DA VIVERE… e senti delle mani che ti stanno colpendo il torace e ritorni in vita come per miracolo, apri gli occhi e vedi i tre infermieri che dall’alto ti stanno guardando, sono sudati come delle vacche indù e li fissi… il tubicino non ti fa parlare e tu vorresti chiederli chi sono… e dove accidenti sei… e poi come un lampo a ciel sereno ti ricordi tutto… la caduta, l’ambulanza, i discorsi che ti hanno fatto piombare nella malinconia… ricordi tutto e sai che devi compiere la tua vendetta contro il mondo!
Guardi tutti e loro guardano te… sei ancora in quella scatola di lamiera diretto verso l’ospedale… e ti domandi ma quanto cazzo è lunga questa strada?
-ESTERIORMENTE- e ripensi a quando eri giovane e bello e credevi di essere il re del mondo… e pensi a quando hai fatto carriera scavalcando quello che veniva prima di te… e stranamente e lucidamente ti ritorna in mente una sera quando avevi abusato del tuo corpo con droghe e alcol e avevi sparato ad un barbone… la cosa ti sembra strana… non hai mai pensato a quell’episodio in particolare… lo avevi completamente rimosso dalla tua memoria e all’improvviso ti ritorna tutto in mente come un fulmine… ti ricordi tutta l’azione… il caricamento della pistola (che ancora oggi non sai né di chi era né da dove fosse uscita!), la tua risata impastata dalla droga e dall’alcol, il finestrino che s’abbassa, la pistola che esce leggermente dal finestrino, il grilletto duro sotto il tuo dito e lo sparo… BANG e l’uomo cade per terra come se fosse un sacco di patate in un lago di sangue una mira degna di un cecchino… lo hai preso alla tempia e ti domandi come hai potuto farlo… e per la prima volta in vita tua ti penti di qualcosa!
E sei nel tuo letto oggi non hai voglia di leggere nulla ed è da due ore che guardi la busta macchiata con le lacrime agli occhi… la guardi e basta, non parli… i tuoi pensieri sono un turbinio d’emozioni… hai appena ammesso di essere un assassino e la cosa non ti fa assolutamente piacere!
-INFERNO MODERNO- e finalmente l’autobulanza arriva nello spiazzo davanti all’ospedale… frena dolcemente e due infermieri ti calano su una barella e ti portano dentro… sei sempre sdraiato e dalla tua posizione vedi i neon dell’ospedale sul soffitto con la loro luce lugubre e non vuoi più pensare a nulla!
Al tuo risveglio vedi una faccia sconosciuta in camice bianco che ti sta guardando con aria quasi ebete, lo guardi e non capisci cosa cavolo vuole da te… e poi lo capisci appena incomincia a parlare.
- Come si chiama?
- …
- Sa perché è qui? Infermiera? Ha per caso trovato dei documenti addosso al paziente?
- No dottore nessun documento!
- Accidenti! Sa che è caduto su un prato vicino all’interstatale e un camionista ha chiamato un’autobulanza che la portata qui!
- …
- Se non parla non possiamo curarla in nessun modo se né rende conto?
- …
- Infermiera! Faccia le prove allergiche al paziente… dobbiamo sapere se è allergico a qualche medicinale se dobbiamo operarlo!
- Subito dottore!
E il dottore esce dalla tua stanza… operare?
Ciò vuol dire che sei grave e che il tuo piano di non rispondere alle domande è stato vano… hanno fatto ciò che volevano… e ciò vuol dire che la tua vendetta contro il mondo subirà una grossa frenata… e la cosa ti manda su tutte le furie… una siringa ti entra nel braccio nell’istante stesso in cui serri i pugni… e t’addormenti come un bambino… senti già l’odio salire dal profondo verso queste persone!
-MALESSERE INTERIORE- e arrivi al punto di non voler capire il mondo… non vuoi capire nulla… sei triste per la prima volta in vita tua… il rimorso e il pentimento ti stanno minando dentro… adesso senti quanta è sporca la tua anima… l’assassinio, lo scavalcamento sociale… tutto ciò che hai fatto fin’ora è male e adesso te né rendi conto… non puoi far altro che rendertene conto!
E hai un nuovo attacco… e svieni in cucina e vieni portato in ospedale per delle visite ed è qui che vieni a contatto con la pura e terribile verità sulle tue condizioni… il tumore ti sta rapidamente mangiando dentro… dei dottori con falso rammarico t’annunciano che ti rimangono ventitre giorni di vita grosso modo e questa frase nella tua mente prende il sopravento… adesso ti consideri un cadavere che cammina, un morto che ancora non lo sa…. Non sei più te stesso ma un involucro bianco e magro con dentro nulla… ma non piangi, prendi la cosa con estrema filosofia almeno davanti ai dottori… e poi torni a casa tua e guardi per tutto il pomeriggio la busta macchiata e il biglietto al suo interno… e t’accorgi finalmente che non hai più speranze ed è qui in questo momento idilliaco che ti metti a piangere come un bambino… se prima eri solo adesso lo sei di più… adesso non hai proprio più nulla a cui appigliarti per sopravvivere… sei un involucro vuoto e smorto… e piangi per tutta la notte!
-OSPEDALE- e sei sdraiato sul letto di un ospedale e non vuoi parlare… l’infermiera ti ha già sottoposto a tutti i test allergici possibili e inimagginabili e sei risultato negativo a tutto… non sei allergico a nulla quindi ciò vuol dire che ti opereranno e non sai per cosa… sei sdraiato e pensi che non vuoi farti aprire… nessuno ti apre la pancia se non lo vuoi te… e guardi il soffitto e pensi a come fuggire da quella prigione… e non ti viene in mente nulla!
E arriva il giorno dell’operazione… ti rasano tutto il corpo e ti fanno indossare una strana vestaglia lunga e bianca… ti alzano di peso dal letto e ti mettono su una barella… il viaggio è brevi e prendi due ascensori per arrivare in sala operatoria e tu stai sempre in silenzio… e finalmente due porte di plastica e sterilizzate si aprono davanti a te… vedi l’oscura sala operatoria, vedi i quattro dottori tra cui il medico che ti ha posto quelle fastidiose domande giorni prima… gli infermieri che ti hanno portato qui ti alzano ancora di peso e ti adagiano sul lettino che servirà per operarti… la cosa buffa è che non sai per cosa… e arriva l’anestesista e ti mette davanti alla bocca una mascherina d’ossigeno… non puoi far altro che respirare e l’ultima immagine che ti ricordi è la faccia mascherata di un dottore che ti guarda dall’alto!
-INCONGRUENZA MORTALE- e ogni giorno pensi alla morte… mai prima d’ora ti era venuta in mente che un giorno tu potessi morire ed ora non passa giorno che il tuo pensiero va verso questo punto oscuro!
Come morirò?
Soffrirò le pene dell’inferno?
Sarà una dolce morte?
Domande del genere t’assillano la mente e non puoi far altro che sperare di morire rapidamente e senza soffrire ma sai benissimo che non sarà così e quindi ti sei messo il cuore in pace… le due arpie hanno già portato svariate fialette di morfina e ciò può star a significare solamente una cosa ovvero che loro sanno come morirai e tu no… per te adesso è tutta un’incognita… e se i dottori si fossero sbagliati?
E ridi di questa tua ultima domanda… sai che non si sono sbagliati come sai che dovrai morire… ed hai paura ad addormentarti poiché vedi ogni notte il barbone che tu hai ucciso venirti a trovare e a dirti che dovrai morire e che soffrirai come un cane e frasi similari… e ogni mattina ti svegli che sei ricoperto da capo a piedi di sudore e tremi come una foglia ogni sacrosanta mattina… e più tremi e più il dolore dell’anima aumenta… ti manca poco da vivere e cerchi di aggrapparti a tutte le cose belle che hai fatto nella vita… non né trovi una e stai male… e soffri le pene dell’inferno!
-E SI ASCOLTA LA TRISTEZZA- e ti risvegli all’improvviso… sei nel letto che ti hanno assegnato all’ospedale… non sai ancora il perché dell’operazione… guardi davanti a te e c’è un armadio di ferro che presupponi contenga i tuoi beni… ovvero un paio di pantaloni di tela, una maglietta bianca tutta bucherellata, una camicia di lino usurata, un paio di scarpe bucate e tutti i soldi che faticosamente hai racimolato nel corso di quest’ultimi mesi… e vuoi scappare lontano da questo posto… te ne vuoi andare e arrivi alla conclusione di rimanere… in fin dei conti qua hai un letto tuo, sei al caldo… fuori non c’è nulla per te a parte la tua personalissima vendetta contro il mondo!
E ti metti seduto sul letto… un’infermiera arriva per darti una pastiglia e tu non la vuoi li dici che sei calmo e che vorresti parlare con un dottore!
- Scusi se la disturbo ma vorrei sapere il perché dell’operazione!
- Giusto… giusto… vede lei ha un enfisema polmonare… abbiamo cercato di operarla ma ormai è in uno stato troppo avanzato e sinceramente non c’è più nulla da fare…
- Quanto mi rimane da vivere dottore?
- E’ difficile da dirsi… ma credo non più di due mesi!
- Grazie…
E il dottore esce dalla tua stanza… adesso non hai più tempo per pensare devi agire e stranamente ti rendi conto così all’improvviso che tutto il mondo si sia fermato… guardi fuori dalla finestra e vedi una bellissima giornata di sole invernale e non puoi non piangere… non vuoi morire!
-GLACIALE- e senti freddo in tutto il corpo… ogni singolo atomo del tuo essere è congelato… prigione non è il termine giusto ma è il primo che ti viene in mente in questo preciso momento… stare male è un eufemismo ormai… il termine male è superato, antico… non è più male ma agonia pura e semplice… il dolore sconosciuto… il dolore che ti porterà dritto alla tomba!
E leggi dopo giorni e giorni d’astinenza ricominci da dove t’eri interrotto Moby Dick… ti mancano ormai un duecento pagine buone ma ormai devi usare gli occhiali o tenere il libro incollato al naso per poter leggere i caratteri troppo piccoli… stai dimagrendo a vista d’occhio… l’infermiera t’ignetta due volte al giorno la morfina per alleviare il dolore fisico… è inutile… poiché il dolore fisico si mescola con il dolore mentale… e nessuna medicina al mondo potrà guarirti da quest’ultima… e diventi cattivo e scostante… odi il mondo, odi tutto e tutti… e continui a chiederti il perché tu debba morire!
-PARANOIA- e sei sdraiato da un paio d’ore… stai guardando fuori dalla finestra e vedi il passaggio dalla mattina al pomeriggio dal pomeriggio alla sera e dalla sera alla notte… tutto ti balla davanti agli occhi e vedi tutto ad una velocità estenuante… infermiere che portano vassoi con cibo, pastiglie, siringhe… dottori che entrano nella tua stanza guardando la cartella appesa al tuo letto scrivono qualcosa e se ne vanno… le tue giornate all’ospedale scorrono velocemente così…. con una veloce lentezza!
E decidi che te ne vuoi andare il prima possibile ormai non riesci più a sopportare tutto questo… non sai né il giorno né l’ora ma te ne vuoi andare e basta… la tua vendetta si è fin troppo rallentata e ti sembra duopo farla partire il più in fretta possibile e ti alzi dal tuo letto, apri l’armadio di ferro, ti vesti con i tuoi abiti ed esci dalla tua camera…. Stai percorrendo il corridoio per raggiungere l’ascensore… riesci a prenderlo, scendi al piano terra ed esci dall’ospedale… adesso sei libero!
-FUGA INTERNA- e orami non leggi più da giorni… te ne freghi altamente di tutti… che cosa significa finire un romanzo se poi devi morire?
Cosa significa essere accomodanti se poi si deve morire?
Cosa significa essere buoni se poi si deve morire?
E solamente ora arrivi alla conoscenza pura del tuo essere… sei uno stronzo di prima qualità, un assassino pronto a far fuori una persona solamente perché eri fatto come un cavallo, un uomo con un tumore che deve morire e quindi cerca di rendere impossibile la vita a chi ti sta intorno… adesso hai visto la luce, sai perfettamente chi sei e cosa devi fare nel tuo futuro… essere ricordato come una persona cattiva… vuoi assolutamente che il tuo nome nella mente di chi ti conosce venga associata ad Hitler… vuoi far si che la gente ti odi… in fin dei conti te ne sei sempre fregato delle persone… l’importante era fare soldi il prima possibile fregandotene se qualcuno ci rimaneva male o soffriva… peggio per loro pensavi… e ancora oggi la pensi così!
Il romanzo era quasi finito… un centinaio di pagine e basta ma oro non lo vuoi finire… stai male e sei arrabbiato… e più stai male e più t’arrabbi col mondo… è un circolo perfetto… finché vivi vuoi odiare il più possibile!
-ON THE ROAD- e stai girovagando nei pressi dell’ospedale… questa zona non la conosci e credi fortemente che sia fuori mano da tutto… ti guardi in giro e vedi per la maggior parte prati e alberelli e nessun mezzo che ti possa portare in città o al massimo in centro… i guardi intorno come una preda ferita che attende il suo carnefice dietro l’angolo… hai paura di ritrovarti davanti un dottore che ti costringa a ritornare nel tuo letto nel suo ospedale e tu non vuoi… vuoi la tua vendetta… e ricominci a camminare con passo svelto stando attento a tutte le luci possibili e immaginabili!
Puoi solamente camminare nessuna fermata di autobus all’orizzonte… nessuna fermata della metropolitana… il tuo sesto senso ti spinge a seguire la strada e le macchine che vanno verso sud… non sai il perché ma lo fai… hai calcolato che ti hanno portato verso sud… e cammini, fa freddo ma cerchi di non sentirlo… nulla all’orizzonte che possa portarti alla civiltà… cammini e basta… e vedi la tua prima alba dopo mesi… e sei felice nonostante tutto!
-FUCK THE WORLD- perché negarlo?
Sei letteralmente incazzato col mondo... devi morire e sai il perché e il quando… ti vedi come un topolino bianco da laboratorio… vedi ogni singola persona come una potenziale minaccia, come un nemico da sconfiggere… anche l’infermiera che t’inietta la morfina se n’è accorta e, infatti, hai deciso di non prenderla più, firmando carte che attestavano che nelle tue più lucide facoltà mentali rinunciavi alla cura antidolorifica conosciuta come morfina… vuoi farli sentire i tuoi urli di dolore vuoi farla sentire in colpa perché lei vivrà ancora a lungo e dopo la tua morte troverà un altro paziente sperando che sia meglio dell’ultimo… ovvero tu, ma sopra ogni cosa lo fai per farla star male… un urlo in piena notte farebbe venire i brividi a chiunque… lei compresa!
Ormai le macchie non t’interessano più… hai perso ogni interesse… il romanzo è sul tuo comodino… hai letto pochissime pagine ma te ne mancano ancora… la busta macchiata è sopra il romanzo chiusa… il biglietto non lo leggi da giorni e ora come ora non vuoi e non senti il bisogno di leggerlo… stai incominciando la tua lunga discesa verso la morte… ma non vuoi andartene come un fallito ma come una persona che ritrovandosi di fronte alla morte gli sputa in faccia e ridendo di gusto la manda a farsi fottere… sei incazzato e questa tua nuova posizione t’aggrada assai per quanto possa importare al tuo fisico!
-SOLITUDINE- e stai camminando da ore e ti sembra che l’unico essere vivente al mondo sei tu… non vedi anima viva da ore a parte le macchine che sfrecciano veloci vicino a te… ti viene masochisticamente l’idea di chiedere un passaggio ma poi ci ripensi su bene e accantoni l’idea… chi tirerebbe su un barbone che sa di disinfettante e che è vestito come se fosse agosto nonostante sia gennaio?
E cammini… i minuti ti sembrano ore, le ore giorni… ti sembra di star camminando da secoli e la città non si vede ancora… sei immerso dalle macchine e dal verde… cammini cammini e cammini ancora… non puoi far altro… vuoi compiere la tua vendetta, costi quel che costi!
-INFERMIERA- Si sono l’infermiera del signore in questione… che dire?
Credo fortemente che abbia dei problemi seri… o meglio a parte il tumore credo proprio che sia pazzo… pensate un po’ che si è rifiutato di sua spontanea volontà di cessare la cura antidolorifica… poverino… ora come ora è l’unica cosa che possa farlo stare leggermente meglio e lui la rifiuta ma ci potreste credere?
Si insomma senza morfina sta realmente male e ogni notte urla a squarciagola il suo dolore… è impossibile… è una cosa angosciante… fate conto: Andate a dormire tutte le sere all’una (bisogna di prassi aspettare che il paziente s’addormenti!) e alle tre quando una persona è appena riuscita ad addormentarsi incomincia ad urlare e bisogna correre da lui per cercare di calmarlo o al massimo d’aiutarlo… questa è la mia vita da giorni… e sinceramente non c’è la faccio più… credo che rinuncerò a questo paziente… non mi è mai successo in tutta la mia carriera da infermiera ma un paziente così è meglio perderlo che trovarlo!
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